Soverato, immobili abusivi: undici indagati tra dirigenti comunali e regionali
Immobili ed opere costruite abusivamente, senza il nulla osta idrogeologico, privi di titoli autorizzativi, realizzati in violazione di prescrizioni urbanistiche, leggi statali e regionali, con false attestazioni e dichiarazioni mendaci. Tutto questo in località Pappajanni nel Comune di Soverato.
Su queste ipotesi i Carabinieri della sezione di Polizia Giudiziaria della Procura di Catanzaro hanno notificato un decreto di sequestro preventivo, vergato dal gip Sara Merlini, su richiesta del sostituto Domenico Assumma, dell’intera area: nell’inchiesta, inoltre, risultano indagate undici persone.
Secondo gli inquirenti, il dirigente dell’ufficio tecnico del Comune di Soverato, Michele Menniti, avrebbe firmato una determina, la numero 62 del 19 marzo 2018, di presa d’atto della documentazione presentata lo stesso giorno dall’azienda Talotta Costruzioni Srl, attestando il falso nella parte in cui avrebbe qualificato come perizia giurata una mera perizia tecnica redatta e prodotta dall’amministratore e rappresentante della società, l’ingegnere Marcello Talotta, peraltro nemmeno da lui firmata.
Il dirigente avrebbe dichiarato come conforme alla legge regionale l’ulteriore documentazione prodotta sempre da Talotta, circostanza anche questa che per gli investigatori non corrisponderebbe al vero, visto che, oltre a non essere stata presentata una perizia giurata, non ci sarebbe stato nemmeno il preventivo nulla osta sul vincolo idrogeologico, rispetto al quale la Regione Calabria aveva chiesto dell’altra documentazione.
Inoltre, non vi sarebbe nessuna indicazione in atti della ditta esecutrice dei lavori e quindi della Talotta Costruzioni, così come alcuna attestazione del possesso da parte della stessa ditta del Durc; il nulla osta del servizio tecnico regionale per le costruzioni in zone sismiche sarebbe stato assente e non sarebbe stato regolarmente accatastato almeno uno dei tre edifici destinati per progetto alla demolizione. Presunti falsi che il dirigente avrebbe commesso in concorso con Marcello Talotta il 19 marzo 2018.
In seguito alla realizzazione da parte dell’azienda della lottizzazione, nonostante avesse emesso il provvedimento di annullamento della Scia, con successivi ordini di sgombero e demolizione di sette edifici abusivi, Menniti avrebbe preso atto della documentazione presentata dalla ditta, disponendo l’inefficacia del provvedimento di annullamento e delle successive ordinanze di sgombero e di demolizione sull’ immobile venduto ad Angela Tarantino, senza neppure attendere l’esito dell’istruttoria da parte della Regione Calabria per ottenere il necessario preventivo rilascio del nulla osta sul vincolo idrogeologico.
Inoltre, avrebbe violato le normative che non ammettono la Scia e provvedimenti autorizzativi taciti per la costruzione di edifici con lottizzazione e disposizioni legislative che non consentono Scia ammesse in sanatorie in presenza di dichiarazioni mendaci o false attestazioni.
E tutto questo sarebbe avvenuto nonostante la Polizia locale del Comune di Soverato avesse rilevato e comunicato un’ulteriore costruzione, eseguita successivamente all’emanazione degli ordini di sgombero e demolizione degli edifici abusivi, di un muro in cemento armato della lunghezza di circa 45 metri, che fungeva da recinzione tra gli edifici, nonostante stesse inutilmente decorrendo il termine di 90 giorni per l’esecuzione spontanea degli ordini di demolizione degli edifici abusivi, omettendo sia di emanare i provvedimenti di acquisizione al patrimonio del Comune dell’area e delle opere abusivamente realizzate, che irrogare le sanzioni pecuniarie.
Per gli inquirenti il dirigente avrebbe intenzionalmente procurato alla Talotta Costruzioni un vantaggio patrimoniale ingiusto, rappresentato dal valore dell’area lottizzata, dai sette edifici lasciati nella disponibilità della stessa società; e dal valore delle sanzioni pecuniarie non irrogate.
Tra l’altro i, in relazione alla Scia in sanatoria presentata da Roberto Sarlo, acquirente di un edificio della Talotta, avrebbe rilasciato una dichiarazione sulla conformità dell’opera attestante il falso, laddove affermava che la costruzione era sanabile secondo le previsioni della legge regionale.
In realtà l’immobile non sarebbe conforme alla normativa perché facente parte della lottizzazione considerata abusiva, eseguita violando la stessa legge che prevedeva il permesso a costruire; e l’edificio non sarebbe stato comunque sanabile perché costruito senza il nulla osta idrogeologico, privo di titolo edilizio, perché la Scia era stata annullata dallo stesso Menniti.
Stesso copione, stessa tipologia di falsi anche per altri acquirenti di immobili finiti nell’inchiesta della Procura.
Il dirigente dell’Uoa, Foreste, Forestazione e Difesa del suolo della Regione Salvatore Siviglia e Serafino Mero, responsabile del procedimento, avrebbero invece dato parere favorevole per il rilascio del nulla osta idrogeologico relativamente alla Scia in sanatoria presentata l’11 marzo 2019 da Roberto Sarlo, procurando un vantaggio patrimoniale sia a questi che alla Talotta Costruzioni, mentre Menniti avrebbe formato le dichiarazioni di conformità fornendo a Siviglia e a Mero l’appoggio documentale necessario.
In quella località del Comune di Soverato, comprendente un’ area ricadente in parte in zona agricola e in parte in zona di espansione residenziale e per la quale ogni intervento edilizio necessitava di un piano di lottizzazione, Talotta, il direttore dei lavori Gennaro Procopio, in assenza di permesso a costruire e in assenza di un piano di lottizzazione, avrebbero realizzato fabbricati abusivi, comprensivi di un muro in cemento armato, di uno sbancamento con getto di magrone per la successiva edificazione di un ulteriore edificio, mediante il frazionamento in lotti separati e la successiva vendita a terzi almeno di parte degli stessi edifici.
Angela Tarantino, Gianluca Ganci, Roberto Sarlo, Carmela Ermogida, acquirenti degli edifici avrebbero proseguito e completato le opere di rifinitura con il concorso dello stesso Menniti, Talotta, Procopio, Sorgiovanni e Notaro.