La “Grande Reggio”, come l’ultimo podestà cambiò la città della Fata Morgana
Proseguono anche per quest’anno gli incontri che l’Associazione Culturale Anassilaos si propone di dedicare ai sindaci e uomini politici di Reggio Calabria.
Dopo Biagio Camagna e Giuseppe Valentino, il ricostruttore di Reggio ed ultimo sindaco democratico eletto dal Consiglio comunale, è la volta di Giuseppe Genoese Zerbi (1870-1930) primo podestà della città dello Stretto dal 1926 al 1928, la cui figura sarà al centro della conversazione che il Prof. Antonino Romeo terrà martedì 7 febbraio alle 17 presso lo Spazio Open con l’intervento di Fabio Arichetta e la partecipazione del prof. Giuseppe Caridi, Presidente della Deputazione di Storia Patria per la Calabria che ha concesso il patrocinio.
La vita politica e amministrativa di Reggio Calabria all’indomani dell’Unità è stata spesso agitata dai conflitti tra le fazioni politiche. La figura del Commissario Regio o del Commissario Straordinario (in epoca repubblicana) è una presenza costante.
Dalla caduta di Valentino (nel febbraio 1923) alla nomina di Genoese Zerbi (1926-1928) ben sei Commissari ressero la città. Nel frattempo con le leggi “fascistissime” (4 febbraio 1926 nr. 237 e regio decreto 3 settembre 1926 nr. 1910) gli organi elettivi dei comuni furono soppressi e tutte le funzioni svolte in precedenza dal sindaco, dalla giunta e dal consiglio comunale vennero assunte dal Podestà nominato dal governo con regio decreto.
Così Giuseppe Genoese Zerbi, dopo pochi mesi di commissariato, il 4 gennaio del 1927 si insediava alla guida del Comune quale nuovo podestà.
Nonostante gli ampi poteri che la legge gli conferiva egli resse per poco il timone della città – ciò a riprova di quanto fosse e sia tuttora difficile governare la Città della Fata Morgana – per cui già nel 1928 riprese la teoria dei Commissari (ben quattro) fino alla nomina, nel 1930, del nuovo podestà Pasquale Muritano.
Pur nella brevità del tempo egli rivoluzionò la vita amministrativa di Reggio soprattutto con la realizzazione della cosiddetta “Grande Reggio”, la creazione di una conurbazione che inglobò nel comune del capoluogo 14 piccoli comuni limitrofi (1927): Cannitello, Villa San Giovanni, Campo Calabro, Fiumara, Catona, Salice, Rosalì, Sambatello, Gallico, Podargoni, Cataforio, Villa San Giuseppe, Gallina e Pellaro.
Qualche anno più tardi, nel 1933, Villa San Giovanni, Campo Calabro, Cannitello e Fiumara si staccarono dalla conurbazione ma l’assetto amministrativo della Grande Reggio per il resto si mantenne fino ai nostri giorni.
Nello stesso breve lasso di tempo del suo governo Genoese Zerbi provvide ad organizzare al meglio la vita cittadina realizzando, tra l’altro, quel lido comunale che ancora porta il suo nome e che nel corso dei successivi anni, soprattutto nel dopoguerra e fino alla fine degli anni Sessanta, fu un fiore all’occhiello di Reggio anche se adesso langue desolatamente.