Chiedono dell’insulina, il dottore tentenna: guardia medica presa a schiaffi

Reggio Calabria Cronaca

L’Ordine dei medici di Reggio Calabria e provincia ha espresso sdegno per l’ennesimo episodio di violenza consumatosi questa notte e che ha visto protagonista, suo malgrado, un collega del Servizio di continuità assistenziale all’interno della postazione medica di Reggio Nord, sita in Viale Amendola.

Il medico aveva preso servizio in guardia medica verso le 8 di sera assieme ad una collega e dopo la mezzanotte un ragazzo ed una ragazza, successivamente presentatisi come due infermieri, hanno citofonato alla porta richiedendo una prescrizione di insulina essendo, il giovane, un paziente diabetico.

La collega del dottore, pur non negando la prescrizione ha fatto notare la stranezza della richiesta, fatta in piena notte, di un farmaco salvavita che ogni diabetico dovrebbe invece avere a portata di mano pianificando assieme al proprio medico di famiglia dosi e consumo.

Una normale discussione tra medico e paziente, forse non particolarmente gradita dal giovane che ha cominciato ad usare toni offensivi e minacciosi.

A questo punto è intervenuto il medico che ha cercato di smorzare i toni invitando il giovane a calmarsi. Ma, per tutta risposta, ha ricevuto dallo stesso uno schiaffo che gli ha fatto volare via gli occhiali.

Inevitabile, a questo punto, la richiesta di aiuto alle Forze dell’ordine, giunte sul posto in pochi minuti, pronte ad identificare i due infermieri ed a registrare le dichiarazioni dei medici riguardo la dinamica dell’aggressione.

Lo stesso presidente dell’Ordine di Reggio Calabria, Pasquale Veneziano, interpretando i sentimenti di solidarietà di tutti gli iscritti, ha espresso solidarietà e vicinanza al collega per l’aggressione subìta durante l’espletamento della sua attività professionale, stigmatizzando l’ennesimo episodio di violenza.

“Episodi che si ripetono ormai con preoccupante frequenza, soprattutto presso le postazioni di continuità assistenziale e i Pronto soccorso dove i medici operano, spesso in condizioni difficili, con grande spirito di abnegazione”, commentano dall’Ordine.