Reggio: devastarono un bar tre arresti ad Archi per estorsione
Nella mattinata odierna i Carabineiri della Stazione Reggio Calabria Principale hanno dato esecuzione ad ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.i.p. Silvana Grasso su richiesta della Procura della Repubblica, dott.ssa Cama, nei confronti di Bruno Clemeno, 39 anni, della sua compagna Giovanna Romeo, 34 anni, e di sua sorella. Gli arrestati sono stati tradotti presso il carcere di Reggio Calabria a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
I FATTI | risalgono al 21 febbraio scorso quando i carabinieri intervennero presso un bar in pieno centro ove si era consumata un’aggressione: almeno sei persone, di cui due donne, avevano fatto irruzione all’interno del locale mettendo tutto a soqquadro e distruggendo macchinette del caffè, registratore di cassa, bottiglie e elettrodomestici vari. Ma l’ira degli aggressori armati di una mazza da baseball si sarebbe poi sfogata sulle due titolari di origine marocchina, che riportarono ferite alla testa e alle spalle e furono costrette a ricorrere alle cure mediche. Bruno Clemeno aveva inoltre fatto accesso nel locale armato di pistola, venendo dissuaso poi da un correo e convinto a riporre l’arma in auto, impugnando la mazza da baseball e scagliandosi con inaudita ferocia su persone e cose all’interno del locale. Le vittime nell’immediatezza riferirono di conoscere almeno tre dei soggetti poiché saltuari frequentatori del locale, e conosciuti come persone di Archi. Le individuazioni hanno portato all’identificazione dei tre soggetti arrestati anche grazie al numero di targa di una delle vetture utilizzate per il raid. La dinamica del fatto è stata ricostruita grazie all’apporto testimoniale anche di altri avventori.
Clemeno in una circostanza avrebbe richiesto espressamente la cessione del locale alla proprietaria che avrebbe rifiutato perché quel bar rappresenta il suo unico sostentamento, ottenuto con molti sacrifici. Da quel momento Clemeno avrebbe iniziato ad infastidire i clienti del locale in alcuni casi a derubarli nell’ottica di spingere la proprietaria a cedere. L’ultima richiesta esplicita di cessione del locale sarebbe stata fatta due mesi prima del raid punitivo. L’aggressione è stata accompagnata da una serie di terribili minacce: fatte soprattutto dalle donne “Reggio Calabria è nostra e qui comandiamo noi, fatti le valigie e vattene”, “se fai la denuncia ti bruciamo il locale”, “se succede qualcosa a mio fratello Bruno ti bruciamo il locale”, ed anche a sfondo razzista “torniamo ogni sera e ammazziamo un marocchino a sera e vediamo chi ci caccerà, tanto per noi è niente ammazzare un marocchino”.