Diamante, Iss: sul food truck più alimenti contaminati da botulino

Cosenza Cronaca

Emergono nuovi dettagli sull’intossicazione alimentare che ha scosso la comunità di Diamante, dove due persone hanno perso la vita e altre quattordici sono state ricoverate (QUI) dopo aver consumato cibo acquistato da un food truck locale.

Secondo quanto riscontrato dalle analisi effettuate dall’Istituto Superiore di Sanità, diversi alimenti trovati sul mezzo sarebbero stati contaminati dal botulino, una delle tossine più pericolose e letali per l’uomo.

I risultati delle indagini microbiologiche sono già stati trasmessi alla Procura della Repubblica di Paola, che coordina le indagini sull’accaduto.

L'ipotesi della grave negligenza

Il procuratore Domenico Fiordalisi, che sta seguendo il caso, ha avanzato l’ipotesi che alla base della contaminazione possa esserci stata una grave negligenza nelle pratiche igienico-sanitarie.

"Ipotizziamo che utilizzasse un solo attrezzo da cucina per maneggiare gli alimenti, altrimenti non si spiega", ha dichiarato il magistrato, riferendosi al titolare del furgone.

Le indagini sono ancora in corso per accertare le responsabilità e verificare se vi siano state violazioni alle normative, sulla conservazione e la manipolazione degli alimenti. Intanto, l’intera attività è stata sottoposta a sequestro preventivo, mentre si attendono ulteriori riscontri dalle autorità sanitarie.

La difesa: "prodotti tenuti in frigo"

Dopo le prime risultanze delle analisi, arriva la replica della difesa del titolare del mezzo. A parlare è l’avvocato Liserre, legale dell’uomo attualmente indagato: "I prodotti in vendita non erano esposti al sole né aperti – precisa – ma conservati in frigorifero e aperti solo all’occorrenza. In esposizione c’erano soltanto piccoli contenitori usati per mostrare ai clienti i condimenti disponibili, e anche questi non erano lasciati al sole, poiché l’attività apre solo in tarda serata".

Il legale ha poi descritto lo stato d’animo del suo assistito, sottolineando il forte impatto psicologico subito dopo l’accaduto: "È devastato. Lavora da circa nove anni nel settore della ristorazione su strada ed è sempre stato considerato un punto di riferimento. È convinto che la contaminazione fosse già presente nei prodotti acquistati".

Il commerciante risponde al magistrato

Secondo quanto riferito, il commerciante – pur avendo la facoltà di non rispondere – ha scelto di sottoporsi all’interrogatorio davanti al pubblico ministero.

"Ha risposto a tutte le domande perché si sente dalla parte della verità – spiega Liserre –. I prodotti in questione li ha acquistati a fine luglio ed ha mostrato la fattura. Le confezioni venivano aperte solo per farcire pochi panini, sei o sette per volta, e venivano consumate rapidamente. Gli alimenti erano coperti da abbondante olio e prelevati con apposita pinza".

L’avvocato ha infine annunciato la decisione di nominare un consulente di parte, il professor Gennaro Sammartino, esperto in medicina legale e tossicologia, per seguire da vicino gli sviluppi delle analisi e delle autopsie in corso, da cui si attende conferma dell’eventuale nesso di causalità tra i cibi serviti e i decessi.