Strage migranti. Msf critico col Governo: è stato fatto il possibile per evitare la tragedia?
Medici Senza Frontiere (MSF) ha organizzato oggi una conferenza stampa online sul naufragio avvenuto nel crotonese (QUI) per condividere il lavoro del team che sta offrendo supporto psicologico ai sopravvissuti.
Sono intervenuti Marco Bertotto, direttore dei Programmi di MSF in Italia; Sergio Di Dato, responsabile dell’intervento di MSF a Crotone; Juan Matias Gil, capo missione MSF per la ricerca e soccorso in mare; ha moderato Maurizio Debanne per l’ufficio stampa di Medici Senza Frontiere.
Nel corso della conferenza sono emerse forti critiche nei confronti delle politiche messe in campo dal nuovo governo a guida Giorgia Meloni sui flussi migratori che tutelerebbe poco i profughi in arrivo sulle coste.
“Ci si chiede – ha detto Marco Bertotto – se è stato fatto davvero tutto il possibile per evitare questa tragedia e se era proprio impossibile evitare il naufragio dell’imbarcazione dei migranti. Questo spetta alla magistratura stabilirlo”.
Evidenziata la necessità che vengano cambiate le regole attuali che non consentono, come in passato, un’efficace azione di soccorso in mare, e di arrivare ad un coordinamento delle attività istituzionali.
Nelle attuali condizioni, per gli esponenti di Medici Senza Frontiere è del tutto utopistico che si possano ridurre gli arrivi e che, di conseguenza, si possano evitare tragedie simili.
Juan Matias Gil ha ricordato le difficoltà delle Ong, con la nave Geo Barents fermata dal Governo con un provvedimento ritenuto illegittimo e che sarà impugnato a livello legale.
Sergio Di Dato, poi, ha fornito la situazione dei migranti che sono scampati al naufragio, 82, di cui parte si trovano nel Cara Sant’Anna, 60, e gli altri all’ospedale San Giovanni di Dio di Crotone, dove oggi è purtroppo deceduto uno dei sopravvissuti. Tra i superstiti anche sei bambini.
Di Dato ha inoltre sottolineato che Msf si sta coordinando con le altre associazioni che operano a Crotone per cercare di portare assistenza ai sopravvissuti, anche a livello psicologico e materiale.
Sono seguite, poi, domande da parte dei giornalisti. In particolare è stato chiesto ai rappresentanti dell’associazione se non si poteva prestare soccorso prima alla barca, anche in presenza di mare grosso.
La risposta è stata che in passato, quando c’era un altro sistema di soccorso in mare, interventi del genere erano stati fatti, anche in condizioni meteo marine peggiori di quelle di ieri.
Infine è stato auspicato il ripristino di operazioni come quelle messe in campo in precedenza, Mare sicuro e Mare Nostrum, e che si possano creare ulteriori corridoi umanitari per i migranti.