Il Ministro Piantedosi a sorpresa a Crotone e Cutro: onora le vittime del naufragio ma offende i cittadini
È arrivato in un assordante silenzio, senza fanfare ad anticiparlo come accaduto invece in altre occasioni; ha deposto dei fiori sulla tomba del piccolo Alì - il neonato vittima del tragico naufragio del 26 febbraio dell’anno scorso (QUI) - oggi sepolto nel cimitero di Crotone, per poi proseguire il suo tour fino alla ripartenza.
Parliamo della visita - ai più sconosciuta - che il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha effettuato oggi nel capoluogo pitagorico, dove ha poi raggiunto il giardino in allestimento dedicato alla memoria dello stesso Alì, composto da 94 alberi, ovvero il numero di morti nella sciagura, e che il Comune inaugurerà giusto domenica prossima.
Da lì, il titolare del dicastero si è così recato al cimitero di Cutro, dove si trovano sepolte altre vittime, e dopo aver fatto tappa sul luogo della tragedia, la vicina spiaggia di Steccato di Cutro, è quindi ripartito: senza cerimonie di alcun tipo ma, soprattutto, senza concedersi ai flash o ai microfoni della stampa locale (utile e necessaria solo all’abbisogna, ci preme evidenziare).
Ad accompagnare Piantedosi nel suo tour silente, iniziato intorno alle 8 del mattino, il governatore della Regione Calabria Roberto Occhiuto, il Prefetto Franca Ferraro, ed i sindaci di Crotone, Vincenzo Voce, e Cutro, Antonio Ceraso, che da quanto appreso pare abbiano anche loro saputo solo all’ultimo momento della visita.
“Ringrazio il ministro dell’Interno per la visita che ha voluto fare questa mattina … per ricordare le vittime del drammatico naufragio di un anno fa. È importante sentire la vicinanza del governo - che ha sempre dimostrato grande sensibilità in seguito a questa drammatica vicenda - proprio nelle ore che precedono le numerose commemorazioni che ci saranno nei prossimi giorni in Calabria per non dimenticare quel 26 febbraio e per manifestare con rinnovata forza la sincera solidarietà della nostra comunità regionale ai parenti dei deceduti e ai sopravvissuti” si è affrettato a precisare il presidente Occhiuto.
Una vicinanza che, ci sia consentito, stride con quella che per noi è stata però un’evidente scorrettezza istituzionale, ovvero il non aver voluto in alcun modo informare nemmeno gli operatori dell’informazione (e dunque tramite questi tutti i cittadini) del suo arrivo e del programma delle visite: né per il tramite dello stesso Ministero dell'Interno, né della Prefettura, né tanto meno degli enti e istituzioni che avrebbero potuto e dovuto invece renderlo noto. Prima e non dopo.