“Vicina al clan Grande Aracri”: interdittiva a ditta edile impegnata in lavori ospedale Padova
Nella mattinata di ieri, il Prefetto di Padova, Raffaele Grassi, ha adottato un provvedimento interdittivo antimafia nei confronti di un’impresa edile ritenuta contigua al clan Grande Aracri di Cutro, una delle più potenti cosche di ‘ndrangheta che da anni ha allargato i propri tentacoli nel nord Italia, come dimostrano diverse ed importanti inchieste.
Il provvedimento arriva al termine di una attività accertativa eseguito dal Gruppo interforze antimafia, composto da rappresentanti dei Carabinieri, Polizia di Stato, Guardia di Finanza e Dia, istituito presso la Prefettura per prevenire le infiltrazioni mafiose nel tessuto pubblico-economico della provincia, compito centrale soprattutto in questa fase caratterizzata dagli ingenti finanziamenti legati al Piano nazionale di ripresa e resilienza.
I destinatari della misura sono attualmente impegnati nei lavori, in subappalto, per la costruzione del Nuovo padiglione pediatrico dell’Azienda ospedaliera universitaria di Padova, lavori finanziati proprio col Pnrr.
L’interdittiva impedisce così all’impresa di avere rapporti con la Pubblica Amministrazione e quindi di poter beneficiare di fondi pubblici.
La presenza di soggetti considerati contigui al potente clan dei Grande Aracri nella città di Padova, confermerebbe l’azione della ‘ndrangheta per proiettare i propri interessi criminali oltre i confini regionali calabresi con l’obiettivo di allargare i propri ambiti operativi in aree ad alta vocazione economica.
L’azione di prevenzione voluta dal Prefetto ed esercitata dal Gruppo interforze ha la finalità, tra le altre cose, di preservare il tessuto delle strutture pubbliche inibendo alle organizzazioni criminali di condizionarne il buon andamento e la loro efficienza.
Salgono a quatto, con questo importante provvedimento, le interdittive antimafia emesse dal Prefetto nel corso di questi mesi.
“La prevenzione funziona. La misura odierna – ha commentato lo stesso Raffaele Grassi - dimostra come l’azione amministrativa antimafia produca i suoi effetti. Ho più volte segnalato la necessità di prestare la massima attenzione sul fenomeno delle infiltrazioni mafiose nel Padovano, riconoscendo questo territorio come particolarmente appetibile per la forte capacità di produrre ricchezza, precondizione questa di un’inevitabile interesse dei clan la cui azione è proprio quella di aggredirne i conseguenti profili. Il risultato odierno deve essere letto, non solo come l’esito di un’azione svolta dalle Forze dell’Ordine, ma come il frutto di un lavoro di squadra”.
“È stato istituito a tal riguardo - ha proseguito il prefetto - un tavolo permanente con la partecipazione di tutti gli Attori sociali della provincia di Padova con l’obiettivo di fare rete e di sviluppare cultura antimafia – e per questo li ringrazio – coadiuvando l’azione dello Stato.”
Per Grassi, dunque, “Il provvedimento odierno conferma quanto andiamo sostenendo sulla ineludibile necessità di proseguire su questa strada, facendo tutti muro contro le penetrazioni criminali. Il segnale che oggi intendiamo dare è che le mafie sono dietro l’angolo e se non agiamo assieme va a finire che le cosche mafiose acquisiranno sempre maggiori spazi economici e operativi, generando una ricchezza sporca e puzzolente. Padova deve riconoscere un problema che tutti assieme dobbiamo affrontare.
“Non deve prevalere la logica del profitto a ogni costo. Bisogna fermarsi a ragionare se sia meglio subire una pressione mafiosa per mandare avanti attività o segnalare alle Autorità competenti situazioni o circostanze che meritano un approfondimento adeguato. Solo con la consapevole opera fornita da tutta la Comunità possiamo impedire che le mafie mangino i territori di questa Provincia. A tutto campo interveniamo assieme per prevenire il pericolo delle infiltrazioni mafiose: Padova resti vigile”, ha concluso Grassi