Imprenditore in odore di ‘ndrangheta: confiscati beni per oltre 4 milioni nel bolognese
Ammonterebbe ad oltre 4 milioni di euro il patrimonio confiscato dalla Direzione Investigativa Antimafia ad un imprenditore di origine cutrese ma operante tra le città di Reggio Emilia, Parma, Modena e Piacenza.
Sequestro che segue un precedente provvedimento di confisca emanato dalla Corte d'Appello di Bologna nell'aprile del 2021, visto il coinvolgimento del soggetto nell'oramai nota Operazione Aemilia (QUI).
In particolare, a seguito di accertamenti svolti dalla Procura e dalla Dia, sarebbe emersa una notevole sproporzione tra i redditi dichiarati dall'imprenditore - operante nel settore edile - ed i beni posseduti, alcuni dei quali formalmente intestati a familiari e congiunti.
Nel dettaglio, il sequestro ha riguardato: tre imprese; undici immobili (comprensivi di una villa di pregio a Parma e di tre terreni in provincia di Crotone); e tre rapporti finanziari. Inizialmente la confisca aveva riguardato beni per oltre 10 milioni, ma per parte di essi è stato presentato un ricorso alla Corte di Cassazione.
Quanto già sequestrato passerà ora nelle mani dello Stato, che gestirà il tutto tramite l'Agenzia Nazionale per l'amministrazione e destinazione dei Beni sequestrati alla criminalità.
Al soggetto, considerato intraneo ad un sodalizio di 'ndrangheta, è stata inoltre imposta la sorveglianza speciale ed il divieto di soggiorno nel comune di residenza per 5 anni.