Imprenditore di successo e “volto pubblico” della ‘ndrangheta emiliana, sigilli a beni per 10mln
Un importante patrimonio, composto da beni per un valore stimato in più di 10 milioni di euro, è stato sequestrato a Giuseppe Iaquinta, papà del noto calciatore Vincenzo, ritenuto far parte della ‘ndrangheta attiva in Emilia Romagna.
Il provvedimento, eseguito dalla Direzione Investigativa Antimafia di Bologna, ha interessato due società del settore edile; 71 immobili ubicati nelle province di Reggio Emilia, Brescia e Crotone; due autovetture e numerosi rapporti bancari.
L’uomo, finito in carcere nel gennaio 2015 nell’ambito della nota operazione “Aemilia” (QUI), è stato condannato nel 2018, dal Tribunale di Reggio Emilia, a 19 anni di reclusione, pena successivamente rideterminata, in Appello, a 13 anni, per associazione mafiosa e detenzione illegale di armi e munizioni (QUI).
Secondo quanto emerso dalle indagini - svolte sotto la direzione della Direzione Distrettuale Antimafia di Bologna e corroborate dalle testimonianze di diversi collaboratori di giustizia - avrebbe avuto il ruolo di “volto pubblico” della associazione mafiosa, in grado, come imprenditore di successo, “di fungere da chiave di accesso per i sodali negli ambienti della imprenditoria e delle Istituzioni”, sostengono gli inquirenti.
Gli accertamenti effettuati dalla Dia hanno portato a far ritenere, come riconosciuto dal Tribunale del capoluogo emiliano, una netta sproporzione tra i suoi redditi dichiarati e il patrimonio accumulato.