Mercato nero sul web. Blitz interazionale: disattivato Genesis Market, perquisizioni in Calabria
Un’operazione di caratura internazionale ha consentito alla Polizia Italiana di disarticolare la piattaforma Genesis Market, uno dei più grandi mercati neri virtuali del mondo, dedicato alla vendita di credenziali rubate.
Un blitz di polizia informatica senza precedenti nel settore del contrasto ai mercati neri del web e messo a segno dalla Postale su tutto il territorio nazionale, nell’ambito di una più vasta indagine svoltasi simultaneamente anche all’estero, condotta dall’FBI statunitense e dalla polizia olandese e coordinata da Europol ed Eurojust. Per l’Italia è stata invece coordinata dalla Procura di Roma.
La piattaforma Genesis Market, uno dei più pericolosi mercati illeciti virtuali del mondo, specializzata appunto nella vendita di credenziali di accesso ma anche di dati rubati, con un giro di affari di oltre 2 milioni di identità virtuali sottratte, è stata quindi disattivata, con sequestri, eseguiti in tutta Europa, dei server sui quali poggiava l’infrastruttura informatica.
Nel nostro paese risultano coinvolte migliaia di credenziali, individuate dagli specialisti del Centro nazionale anticrimine informatico per la protezione delle infrastrutture critiche (il Cnaipic) della Polizia Postale, ed afferenti sia a spazi informatici della vita privata di comuni cittadini (ad esempio email, social network, account di e-commerce, ecc.), sia - in maniera ancor più allarmante - password in grado di garantire l’accesso illecito a spazi informatici istituzionali della pubblica amministrazione, oltre a spazi appartenenti a banche e grandi imprese nazionali, erogatrici di servizi pubblici essenziali.
Sul solo territorio italiano sono stati emessi trentasette decreti di perquisizione personale, locale ed informatica, che il Cnaipic ed i Centri Operativi per la Sicurezza Cibernetica della Polizia Postale di Campania Basilicata e Molise, Lazio, Lombardia, Puglia, Emilia Romagna, Calabria, Veneto, Sicilia Occidentale, Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Toscana, Trentino-Alto Adige ed Umbria, hanno eseguito nei confronti di altrettanti clienti della piattaforma che avevano acquistato, nel corso del tempo, migliaia di credenziali di accesso.
Tra gli indagati figurano sia soggetti già noti alle Forze dell’Ordine che persone incensurate. Le perquisizioni hanno condotto al sequestro di diversi dispositivi informatici, l’analisi dei quali consentirà ora agli investigatori di comprendere con esattezza quale sia stato l’utilizzo, da parte degli indagati, delle credenziali illecite acquistate, e che tipo di informazioni riservate – ed a quale livello di segretezza – siano state compromesse.