Reggio, anziano sequestrato e mutilato: indagini concluse, contestata la tortura
Sequestro di persona, tentata estorsione, lesioni personali, rapina e tortura, il tutto aggravato dalle modalità mafiose: queste le accuse contestate ai tre indagati coinvolti in una vicenda che risale all'11 luglio del 2022 nel quartiere di Pettogallico a Reggio Calabria (QUI).
Secondo gli inquirenti la vittima, un ultrasettantenne del posto, sarebbe stata sequestrata da tre persone - Renato Chirico Mediati, detto "Rocco", 56enne; Mariano Domenico Corso, detto "Mario", di 36enne; e Manuel Monorchio, 37enne - e condotta in un terreno di proprietà di uno degli indagati.
Lì sarebbe stato bendato, legato mani e piedi con fascette, imbavagliato con un foulard e del nastro adesivo e legato ad una catena a sua volta collegata ad un paranco appeso al tetto di una stalla.
L'ipotesi è che il gruppo pretendesse il versamento di una ingente somma di denaro per la "liberazione" dell'anziano, pari a 180 mila euro, di cui avrebbe avuto necessità per il mantenimento dei carcerati. Circostanza, questa, che ha fatto scattare l'aggravante mafiosa.
Nei giorni scorsi la Dda di Reggio Calabria ha formalmente concluso le indagini a carico dei tre ai quali è stato anche contestato il reato di tortura per via della "pluralità di violenze e gravi minacce, nonché agendo con crudeltà, cagionavano alla vittima acute sofferenze fisiche ed un evidente trauma psichico, sottoponendola ad un trattamento inumano e degradante per la dignità della persona", scrivono gli inquirenti.
L'anziano era stato tratto in salvo dai Carabinieri dopo che alcuni vicini avevano udito le sue urla. Nel corso del sequestro, sarebbe stato ripetutamente minacciato di morte e colpito con un'ascia.
I presunti aguzzini lo avrebbero minacciato di tagliarli un dito, e tra le diverse lesioni riportate dal malcapitato vi è proprio la subamputazione di una falange.