Fatture false e bancarotta fraudolenta: scoperta maxi frode fiscale, 87 indagati
Avrebbero generato un giro d'affari milionario grazie alla commissione reiterata di numerosi reati fiscali, ma anche grazie al riciclaggio ed alla bancarotta fraudolenta.
Operazioni sospette che però non sono passate inosservate: sin dalle prime luci dell'alba oltre 100 baschi verdi della Guardia di Finanza sono infatti impegnati nell'operazione Consequence, che avrebbe messo in luce una maxi frode fiscale da 30 milioni.
L'inchiesta nasce nella seconda metà del 2020, quando il nucleo di Polizia economico-finanziario e la Guardia di Finanza di Reggio Emilia riuscirono a smantellare un sodalizio criminale dedito sempre a reati fiscali: era la conclusione dell'operazione Billions (QUI), che portò alla condanna di 61 imputati coinvolti, a vario titolo, in un giro stimato in oltre 240 milioni di euro.
Il gruppo - operante nella provincia di Reggio Emilia ma con ramificazioni in tutta Italia - sarebbe stato specializzato in servizi finanziari illegali, offerti in modo professionale e massivo ad aziende attive in molte regioni italiane.
In pratica veniva proposta, in particolare, l'emissione di fatture per operazioni inesistenti e la successiva monetizzazione del denaro, ottenuto grazie ai crediti d'imposta indebitamente ottenuti.
Ciò sarebbe stato possibile grazie ad un "collaudato sistema della società cartiere", gestite da presunti prestanome che non avevano problemi ad assecondare il sodalizio.
Almeno 28 le attività economiche - tutte operanti fuori dal circondario reggiano - ritenute coinvolte, operanti in vari settori ed alcune delle quali particolarmente note. Un sistema consolidato dunque, che avrebbero garantito l'importante giro d'affari.
Quest'oggi è stato eseguito il decreto di sequestro preventivo - per un valore stimato di circa 11 milioni e mezzo, ritenuto l'illecito profitto delle false fatturazione e dei mancati versamenti all'erario - emesso dal gip del tribunale di Reggio Emilia su richiesta della locale Procura.
Coinvolte 87 società dislocate in varie regioni (Emilia-Romagna, Lombardia, Calabria, Sicilia, Trentino Alto-Adige, Toscana, Liguria, Basilicata, Lazio, Veneto e Campania) ed altrettanti soggetti in qualità di legali rappresentanti o amministratori delle stesse.
L'operazione, che è ancora in corso, ha visto l'esecuzione di 34 perquisizioni locali e domiciliari, durante le quali sono state impiegale le unità cinofile "cash-dog" della Guardia di Finanza, specializzate nell'individuazione e nel rinvenimento di grandi quantità di denaro.