Nel vibonese super controlli della task forze ambientale: sequestrato un cantiere navale
Un accertamento eseguito in un cantiere navale che opera nei pressi del porto di Vibo Marina, ha portato al sequestro dello stesso. È il risultato delle attività congiunte eseguite dai militari della Capitaneria di Porto e della Stazione Navale della Guardia di Finanza del capoluogo napitino, insieme al personale dell’Arpacal.
Il tutto si inserisce nell’azione repressiva avviata dalla Procura locale per contrastare gli illeciti ambientali e così tutelare il territorio, il mare e la salute pubblica, anche in vista della imminente stagione estiva.
Diverse sono infatti le attività e gli interventi di Polizia già svolti dalla Task Force ambientale negli ultimi anni, costituita per volontà del Procuratore Camillo Falvo, alla quale partecipano attivamente tutte le forze di Polizia, insieme alla Guardia Costiera e all’Arpacal.
“Proprio dall’analisi dell’attività di polizia ambientale svolta sul territorio, particolarmente intensa, e che ha portato al sequestro di diversi insediamenti produttivi – spiegano dalla Capitaneria di Porto di Vibo Marina - è emersa la necessita di alzare ulteriormente l’asticella dell’impegno, dove necessario andando oltre la stretta sfera di competenze dei vari Enti ed Autorità presenti sul territorio e a vario titolo coinvolte, in un’attività di sensibilizzazione congiunta e coordinata, non solo dei cittadini, ma anche dei vari settori produttivi, affinché vengano posti in essere comportamenti virtuosi e rispettosi della normativa in materia ambientale, nell’ottica del necessario complessivo cambiamento culturale in materia di protezione dell’ambiente e del territorio”.
L’attività programmata dalla task force, in collaborazione anche con la Procura di Lamezia Terme per le problematiche afferenti l’area ricompresa nel Golfo di Sant’Eufemia, anche quest’anno si inserirà in un piano coordinato che vedrà l’impegno di Capitaneria, Stazione Navale della Guardia di Finanza, vari Comandi e specialità dei Carabinieri, Arpacal, e del costante e prezioso ausilio della “Stazione Zoologica Anton Dohrn”, oltre che di tutti gli altri livelli istituzionali coinvolti, ciascuno per le rispettive competenze, anche sfruttando i dati messi a disposizione dalle strutture della Regione Calabria.