Avrebbe favorito la cosca cirotana, chiesta conferma condanna per ex maresciallo
Confermare la condanna inflitta in primo grado, a 13 anni di reclusione, nei confronti dell’ex maresciallo dei Carabinieri Forestale, Carmine Greco, già comandante della Stazione di Cava di Melis, a Longobucco, coinvolto nell’inchiesta Stige (QUI) contro le cosche del cirotano.
Ad avanzare la richiesta è Paolo Sirleo, applicato come pg in Corte d'Appello, e sostituto procuratore della Dda di Catanzaro che contesta all’ex maresciallo il concorso esterno in associazione mafiosa, il favoreggiamento, la rivelazione di segreto istruttorio e l’omissione d’atti d'ufficio.
L’ipotesi dell’accusa è difatti che Greco, avrebbe favorito lo scempio di ettari di bosco da parte di ditte vicine ad ambienti mafiosi cirotani, invece di controllare - come nei suoi doveri - che le attività sul taglio venissero eseguite rispettando la legge e nel rispetto del patrimonio naturale.
Tra le ditte che si ritiene siano state “avvantaggiate”, la Tucci, Zampelli e Spadafora, finite nell’indagine che nel 2018 colpì la cosca dei Farao-Marincola di Cirò Marina (QUI).