Castrovillari. A Fortunato Amarelli e ai ricercatori Gatto e Russo il premio Ars et Societas
Per riscoprire, con maggiore forza, quale sia la natura di quella posizione, autenticamente umana, capace di realizzare un legame inscindibile tra il bene della persona, l’ambito in cui opera ed il bene comune.
E’ questo il principio, sottile ma denso di motivazioni, che ha portato la Commissione del Premio “Ars et Societas”, indetto dall’Associazione culturale “Circolo Cittadino” di Castrovillari, a scegliere, per la prima edizione- in programma tra due settimane-, i tre calabresi distintisi nel proprio lavoro.
Si tratta dell’imprenditore Fortunato Amarelli, di Rossano, "per le idee, azioni innovative e di successo che impone alla liquirizia, prodotto locale per il quale, sin dal 1731, la sua famiglia, nell’apposita fabbrica, dedica massimo impegno"; ed i ricercatori Giuseppe Russo e Marco Gatto, di Castrovillari; il primo per quanto sta realizzando a servizio della Storia e di Tracce rilevanti, lasciate da donne e uomini, come si ricava anche dall’archivio storico multimediale del Mediterraneo che ha curato attraverso un progetto del Ministero per i beni Culturali, e lo sono, tra l’altro, le pergamene ed i protocolli notarili dal X° al XV° secolo che ha catalogato; il secondo per il contributo che sta imprimendo, con particolari studi, nel campo delle scienze umane, presso gli atenei di Roma e della Calabria.
La cerimonia, ricorda il presidente dell’associazione promotrice, Antonino Ballarati, si terrà la mattina di domenica 25 giugno nel salone delle conferenze “Angelo Giannoni” del Circolo Cittadino.
Un’occasione che vuole aiutare a comunicare meglio la nostra realtà e far comprendere anche da dove ripartire sempre: precisamente dal patrimonio ed impresa umani, risorse di quella vera crescita che considera motore di ogni attività il ruolo imprescindibile della persona.
L’obiettivo, infatti, di questa scommessa è riconoscere i contributi delle capacità che danno forza ed impulso alle continue azioni virtuose che registra la nostra terra, e, soprattutto, spronare i calabresi a saper guardare, con occhi nuovi, il lavoro con cui si adoperano per lo sviluppo.