Torna a casa dopo 13 anni e picchia l’ex moglie, condannato collaboratore di giustizia
La Corte d’Appello di Catanzaro, accogliendo le richieste dell’Avvocato Francesco Nicoletti, procuratore speciale della ex moglie (costituitasi parte civile) di un sessantenne collaboratore di giustizia rossanese, ha confermato la sentenza di condanna inflittagli in primo grado dal Tribunale di Castrovillari in composizione collegiale.
L’uomo era imputato di maltrattamenti in famiglia aggravati dalla recidiva poiché, con ripetute vessazioni e con violenza fisica e psicologica, avrebbe maltrattato ed offeso la donna accusandola di avere delle relazioni con altri uomini.
In una occasione l’avrebbe anche minacciata di morte con un coltello, ripetendo le minacce anche davanti ai carabinieri che erano intervenuti nell’immediatezza del fatto.
Nel corso del processo di primo grado, l’ex compagna, durante la propria escussione, aveva parlato di atteggiamenti violenti e aggressivi dell’ex marito.
In particolare, la vittima aveva riferito che l’imputato si sarebbe allontanato dalla casa coniugale, essendo divenuto collaboratore di giustizia, senza più dare notizie di sé per circa tredici anni, durante i quali la donna aveva chiesto ed ottenuto una sentenza di divorzio.
Nel 2019, poi, l’uomo si sarebbe rifatto vivo chiedendo di rientrare nell’abitazione familiare: richiesta accolta dalla donna per consentirgli di recuperare il rapporto con i figli, soprattutto con quello ancora minorenne che aveva sofferto maggiormente per l’assenza del padre, ma con l’espresso accordo che la disponibilità al ritorno a casa fosse solo per questo motivo e null’altro.
Secondo il racconto della donna, però, dopo una prima settimana di convivenza senza problemi, l’imputato avrebbe iniziato ad insultarla per poi passare alle violenze e alle aggressioni.
In una occasione, mentre si trovavano a casa di un parente, l’avrebbe presa a schiaffi e pugni alla presenza di altre persone. Anche il figlio della coppia, sentito nel corso del processo, aveva confermato gli episodi riferiti dalla madre dichiarando, inoltre, di aver notato dei lividi sul corpo della donna e che la stessa avesse paura dell’ex marito.
Al termine dell’istruttoria dibattimentale il Tribunale di Castrovillari aveva ritenuto l’imputato colpevole del reato di maltrattamenti e gli aveva inferto una condanna a due anni di reclusione, oltre al pagamento delle spese processuali e al risarcimento del danno, da liquidarsi in separata sede, in favore della ex moglie. Sentenza che l’imputato aveva poi impugnato.
Si è giunti quindi al processo di secondo grado dinanzi alla Corte d’Appello di Catanzaro che, all’esito della camera di consiglio ha confermato la sentenza di primo grado con la condanna dell’imputato al pagamento delle altre spese processuali.