Custodia patrimonio forestale, Parco della Sila al centro del progetto Life Systemic
Nel Centro Visite “Cupone”, nel Parco della Sila, nel cosentino, si è tenuto il workshop “Metodi innovativi: la diversità genetica come strumento per una gestione sostenibile sotto cambiamenti climatici”.
Una mattinata dedicata alla salvaguardia e alla custodia del patrimonio forestale, nonché alla gestione sostenibile dello stesso, in un’ottica di prevenzione, legata ai repentini cambiamenti climatici.
La Sila, l’Italia, insieme agli altri partner, Slovenia e Croazia, al centro del progetto internazionale “Life Systemic”. A moderare i lavori e a dare il benvenuto a tutti gli ospiti nazionali e internazionali, il Presidente dell’Ente Parco, Francesco Curcio: “Come Parco della Sila crediamo in questo progetto fortemente. L’azione del cambiamento climatico riconosciuto a livello globale con effetti evidenti sull’intera area del mediterraneo, rappresenta una seria minaccia per gli ecosistemi forestali. Studi preventivi per rispondere al cambiamento climatico, questo lo scopo del progetto Life Systemic che mira ad utilizzare la diversità genetica come strumento indispensabile per la protezione e la conservazione delle foreste dal cambiamento climatico”.
Una mattinata di formazione e apprendimento che come ha precisato il Direttore dell’Ente Parco Ilario Treccosti, porterà al Parco della Sila in termini di dati scientifici e metodi di studio enormi benefici: “Il tema del cambiamento climatico, è oggi un tema ricorrente. Il parco negli anni ha messo in piedi tutta una serie di attività infrastrutturali e immateriali che hanno fortemente contribuito in concreto alla sostenibilità ambientale, un sistema di mobilità lenta promosso dal parco che, riduce fortemente l’impatto ambientale. Come Parco della Sila siamo onorati di essere tra gli stakeholder di progetto”.
Ad introdurre i lavori del workshop Giuseppe Luzzi, Responsabile presso il Parco della “Gestione e Conservazione dei Sistemi Naturali e Tutela della Biodiversità”: “Ringrazio il Direttore e Presidente per aver subito bene accolto la partecipazione a questo progetto LIFE. Ci tengo poi a ringraziare tutti i tecnici e i docenti a supporto del progetto. Siamo l’unico parco del meridione al centro di un progetto di studio e ricerca di tale calibro”.
Dopo i saluti istituzionali si sono susseguiti una serie di interventi da parte degli ospiti presenti tra cui quello della professoressa Donatella Paffetti dell’Università di Firenze, nonché Coordinatrice del progetto Life Systemic: “Ringrazio l’Ente Parco della Sila, per la possibilità data a noi, di poter studiare questo meraviglioso parco. Un lavoro importante che evidenzia come la Calabria sia un vero e proprio rifugio per le diverse specie forestali. Per l’Italia la Sila rappresenta un qualcosa di importanza strategica in termini di variabilità genetica. L’ambizione di tale progetto è quella di studiare una gestione per le diverse specie che favorisca il mantenimento della variabilità genetica di tipo adattativo”.
La Sila dunque, come hotspot perfetto, per le risposte ai diversi interrogativi scientifici, come ha sottolineato anche il prof. Davide Travaglini dell’Università di Firenze: “Grazie alla collaborazione avviata col Parco della Sila abbiamo aggiunto quattro ulteriori siti di studio: Paleparto, Golia-Corvo, Cerviolo, Vallone- Cecita, analizzando quale può essere l’effetto della gestione sulla struttura di questi boschi. In questi siti abbiamo raccolto una serie di dati, legati alla caratterizzazione e alla struttura della foresta. Spunti e studi utili per il futuro per capire come adattare i futuri interventi e la gestione dei boschi”.
A chiudere i lavori e a portare un importante contributo legato alla “Gestione delle Pinete di Laricio in Sila” il prof. Francesco Iovino dell’Accademia di Scienze Forestali: “Le pinete sono una peculiarità del territorio silano, formazioni che caratterizzano il paesaggio forestale silano e rappresentano una risorsa economica e sociale. Si rende necessaria una gestione che guardi a forme innovative in grado di tutelare e valorizzare il patrimonio rurale e forestale, tramite azioni integrate e sinergiche per valorizzare le peculiarità del territorio silano”.
Le giornate di mercoledì e giovedì scorsi sono state poi interamente dedicate ai sopralluoghi, utili a rilievi e analisi sul campo per tecnici e docenti.
Dal bosco del Cerviolo, alla riserva di Golia-Corvo, passando per Vallone-Cecita con le sue foreste vetuste, al borgo silano di Longobucco, fino ad arrivare nei pressi di Monte Paleparto, in cui nella mattinata di oggi, Domenico Galati proprietario della foresta in questione, con collaboratori e tecnici quali come Rullo e Russo ha raccontato passato, presente e futuro di questa meravigliosa pineta, illustrando ai docenti e ricercatori del progetto Life Systemic, lo stato attuale del sito e i piani di gestione della pineta.
Nel pomeriggio a conclusione di giornata l’intero team di ricerca accompagnato da Luzzi e dal Direttore Treccosti ha fatto visita alla sede dell’Ente Parco, a Lorica, con un finale di giornata sulle splendide rive del Lago Arvo.
Un lavoro concreto di studio e ricerca, teorica e sul campo che certamente porterà alle foreste d’Italia e non solo e al Parco Nazionale della Sila, enormi benefici e importanti risultati da sfruttare in futuro per la corretta gestione del patrimonio boschivo.