Campo rom di Cosenza, oltre ai disagi anche il rischio pandemie
Campo rom di Cosenza, oltre ai disagi anche il rischio pandemie
Situazione igienico sanitaria al limite nel 'ghetto' sul fiume Crati
Una situazione, quella dei trecento cittadini europei di origine romena che vivono lungo le sponde del fiume Crati di Cosenza, al limite della decenza umana. Un campo rom in totale stato di degrado, tra loro donne e bambini, che vivono una forma di discriminazione razziale, che vìola i fondamentali diritti umani. Non hanno luce elettrica né acqua potabile, abitano in delle baracche costruite riciclando il possibile, circondate da immondizia e senza servizi igienici. Le immagini che vi proponiamo si commentano da sole: i bambini giocano ad un passo dai topi; moltissime le malattie trasmissibili all'uomo, incluso il tifo, alto il rischio di pandemie. Le associazioni auspicano la possibilità che gli organi competenti rivedano la loro posizione, evitando il rimpatrio forzato, previsto dalla Prefettura di Cosenza per il 1° Marzo. La verità è che queste persone godono dei diritti previsti dalla comunità europea, quello che risulta necessario, nell'immediato, è la costruzione di un campo attrezzato che ripristini le condizioni di vita basilari. Così facendo, però, il problema è solo rinviato, sarebbe opportuno prevedere un piano di reintegro che includa la possibilità per i rom di integrarsi progressivamente nel tessuto sociale, dando priorità a tre punti cardine: salute, lavoro e istruzione.