XX Festival d’autunno, Gianmarco Carroccia travolge il pubblico di Soverato
È difficile trovare parole che possano descrivere le emozioni che ieri sera l’arena del Teatro Comunale di Soverato ha regalato al pubblico presente grazie a Gianmarco Carroccia. Secondo appuntamento della ventesima edizione del Festival d’autunno - partita come si suole dire con il “botto”, con il concerto di Loredana Bertè -, il concerto di Carroccia ha proposto al numeroso pubblico soveratese i più grandi successi di Lucio Battisti, nell’ottantesimo anno della sua nascita.
Il pregio di Gianmarco Carroccia è quello di offrire ai suoi spettatori le stesse atmosfere e una presentazione dei brani pressoché identica, anche nelle tonalità originali, a quella di Lucio Battisti, grazie anche a una incredibile somiglianza fisica oltre che vocale. Con la benedizione di Mogol – Giulio Rapetti, co-autore di gran parte dei testi di Battisti -, Carroccia fa così rivivere le atmosfere di quei brani che tutti conoscono e che hanno fatto da colonna sonora agli amori giovanili, e non solo, come ricordato proprio oggi da Beppe Severgnini sulle colonne del Corriere della Sera in un suo omaggio all'autore di “Mi ritorni in mente”.
Così è stato anche ieri sera con una scaletta che andava da “Emozioni”, che dava il titolo allo spettacolo, a “I giardini di marzo”, “Dieci ragazze”, “Acqua azzurra acqua chiara”, “Un’avventura”, “Una donna per amico”, “Io vorrei… non vorrei… ma se vuoi”, Carroccia ha saputo coinvolgere il pubblico che si è lasciato andare in canti a squarciagola, con un continuo dialogo, scherzoso, giocando molto sulla conoscenza a menadito da parte di tutti dei testi, letteralmente e puntualmente anticipati dai presenti. Il cantautore ha pure lasciato in più occasioni che fossero loro a cantare al posto suo, facendosi travolgere a sua volta dall’immenso affetto nei confronti di Battisti che è anche suo, forte della stessa semplicità.
Nel corso della serata Carroccia ha presentato anche due suoi brani originali, uno nato dalla collaborazione con Mogol, “Un vero amore”, e il suo ultimo singolo, uscito proprio in queste settimane “Non mi spaventa tanto amare”. Sul palco insieme a lui c’erano Michele Campo al violino, Bernardino Ponzani alla batteria, Alberto Lattuada al pianoforte, Francesco Luzio al basso, Christian Vilona al sax e il soveratese Fabio Greco alla chitarra.
Sul palco, poco prima degli ultimi bis, c’è stato anche il tempo per il direttore artistico del Festival, Antonietta Santacroce, insieme al sindaco di Soverato Daniele Vacca, di consegnare a Gianmarco Carroccia un omaggio del maestro orafo Michele Affidato raffigurante la statua del Cavatore, simbolo di Catanzaro.
"Siamo solo all’inizio di questo straordinario cartellone , ha detto il direttore Santacroce. Martedì 22 avremo un altro concerto-evento del Festival d’autunno, che dopo l’inaugurazione con Loredana Bertè, propone un’altra icona di musica e di stile. Patty Pravo sarà protagonista infatti di “Minaccia bionda”, interpretando i suoi più grandi successi da “La bambola” a “Pensiero stupendo”, che l’hanno resa un personaggio unico nella musica italiana. Invitiamo il pubblico ad acquistare per tempo su Ticketone, in questi due giorni rimasti, i biglietti per assistere al concerto ed evitare così quanto accaduto al concerto della Bertè quando in tanti si sono presentati la sera stessa al botteghino, senza poter assistere al concerto già sold out".
Per informazioni: www.festivaldautunno.com