“Viva l’Italia”, così il Festival d’Autunno chiude un’edizione da incorniciare
Sabato 26 novembre, al Teatro Politeama di Catanzaro, una festa ha concluso la IX Edizione del Festival d’Autunno, diretto da Antonietta Santacroce. Con la produzione di “Viva l’Italia”, il Festival si è proposto di esaltare e divulgare le nostre origini musicali contro la globalizzazione. Un evento che ha visto per la prima volta insieme su un palcoscenico Alfio Antico ed i Lautari, Peppe Voltarelli, Patrizia Laquidara, Raiz, Mauro Ermanno Giovanardi e Pino Marino, artisti di grande spessore, rappresentanti le tradizioni musicali delle regioni di appartenenza.
La musica popolare, quella vera, ha vissuto attimi di grande poesia e di grande gioia, musica che, come ha detto Peppe Voltarelli nel corso del concerto, “trasmette leggerezza e fa stare bene”.
E’ stato Alfio Antico, musicista, attore ma soprattutto poeta che prima di “raccontare” la storia di “Re Bufè” ha improvvisato accompagnato da Puccio Castrogiovanni, al marranzano.
E’ stato un susseguirsi di dialetti diversi, tesi a mostrare la coesistenza di una cultura musicale che, seppur diversa, trova un linguaggio comune.
Dalla rielaborazione di brani tradizionali siciliani che da sempre hanno contraddistinto il percorso musicale dei Lautari, si è passati a Raiz, esponente di punta della attuale pagina della musica napoletana, che, accompagnato alla chitarra dal barese Giuseppe De Trizio, ha eseguito in maniera appassionata “Indifferentemente”, “Fatmah” e “Nun te scurdà”, nelle quali non nasconde di trovare una sua dimensione nuova nelle culture mediterranee.
Momenti di denuncia si sono intrecciati ad altri intensi. Il calabrese Peppe Voltarelli non ha disdegnato, prima di eseguire “U mulinaro” e “Canta mò”, di dare un quadro reale della attuale situazione politica, della dimensione in cui versa il Sud. Tutto in contrasto con il duetto che ha visto lo stesso Voltarelli esibirsi con un sorprendente Mauro Ermanno Giovanardi. La loro esibizione di “Ciucciariello” è stata divertente ed ancora di più sentire il cantante milanese cantare in dialetto calabrese e poi esibirsi nella divertente “El me gat”.
Grande intensità si è avuta quando Pino Marino ha letto un breve racconto dal titolo “Io lo so tu chi sei, tu ancora no”, tratto da una raccolta di storie che sarà pubblicata a breve. L’incontro di Gabriella Ferri e Marino è descritto nei minimi particolari. Subito dopo quella lettura uno degli stornelli più cari alla Ferri. “Trastevere” ha coinvolto il pubblico, che ha cantato insieme a Pino Marino.
La serata è stata allietata dalla presenza di Patrizia Laquidara, fresca vincitrice della Targa Tenco nella categoria “miglior album in dialetto”, vinta lo scorso anno da Peppe Voltarelli. Accompagnata da Alfio Antico e dai Laudari, con l’esecuzione di “L’aqua fiorìa”, “Tiketetanda”, “L’anima se desfa”, la cantante veneta ha messo in mostra una voce particolarmente raffinata e tecnicamente valida.
“Malarazza” eseguita da Voltarelli, Alfio Antico e i Lautari ha preceduto una corale e personale interpretazione di “Viva l’Italia”, di Francesco De Gregori. Sulla musica composta dal cantautore romano, ognuno degli artisti ha espresso un proprio pensiero, un modo originale di salutare il pubblico convenuto.
“Con “Viva l’Italia” – commenta Antonietta Santacroce – il Festival d’Autunno ha pensato di produrre uno spettacolo che ponesse l’accento sugli aspetti mai messi in evidenza nei festeggiamenti dei 150 anni dell’Unitò d’Italia. Abbiamo dato voce alle singole tradizioni musicali regionali, espressione più antica ed autentica perché esistenti ancor prima del 1861. Con questa produzione il Festival si conferma come manifestazione che intercetta i gusti del pubblico, mostrando l’attitudine a esprimere la tendenza a calarsi nella attualità e di porsi come promotore di grandi eventi culturali. Così come avvenuto nella scorsa edizione con lo spettacolo “Donna che parla in fretta”, nel quale venivano evidenziati i disagi delle donne nella nostra società”.