Rosarno: vescovi, Calabria non è un deserto di inumanità

Calabria Attualità

"Ci chiediamo perche' mai la nostra terra debba essere additata come un "deserto di inumanita'". La Calabria non lo merita: i Calabresi, almeno quelli degni della loro storia di civilta' e di cristianita', e sono la maggioranza, hanno sempre manifestato accoglienza, solidarietà, fraternità con tutti. Sul nostro territorio hanno sempre vissuto in fraternita' gente di cultura diversa; basti ricordare la presenza sul territorio di una comunita' italo-albanese, costituita ecclesiasticamente in una diocesi con tradizioni e riti bizantini". E' uno dei passaggi di un documento approvato dalla Conferenza episcopale calabra, in merito ai fatti di Rosarno. "Quel che e' successo a Rosarno - si legge - e' stata la logica conseguenza di un disinteresse economico e sociale, grave e imperdonabile. Le condizioni di vita degli immigrati erano note a tutti, anche alle autorita' governative, che avevano fatto pure sopralluoghi, senza poi intervenire. Lo sfruttamento ad opera della malavita locale era anch'esso risaputo. Chi non sapeva che gli immigrati lavoravano sottocosto e che da quella misera paga doveva essere tolta la parte da pagare al "caporale" di turno che decideva chi e dove andare a lavorare? L'irreparabile, facilmente pronosticabile, e' accaduto, tuttavia - scrivono i vescovi calabresi - non per razzismo da parte dei Rosarnesi, ma perche' qualcuno degli immigrati ha deciso di ribellarsi a questa forma moderna di schiavitu' che la malavita locale ha voluto imporre. Quel che poi e' seguito e' stato solo la deprecabile reazione, dall'una e dall'altra parte, che nulla aveva a che vedere con il razzismo. A questo punto e' bene, forse, inserire il problema nel contesto piu' vasto della situazione in cui e' venuto a trovarsi il mercato degli agrumi, oggetto ormai di poca attenzione da parte delle forze politiche. E' a tutti noto come su questo mercato la malavita organizzata da sempre ha allungato le sue mani voraci. A qualunque osservatore attento viene il dubbio che nella situazione di crisi in cui versa questo mercato, chi da sempre ne ha tenuto in mano le fila abbia mollato tutto decidendo di buttare fuori anche gli immigrati, non piu' necessari. Ci auguriamo che si sappia far luce su chi e' stato dietro a tutta la vicenda. Noi Vescovi vogliamo esprimere la nostra solidarieta' a tutti i rosarnesi animati da amore cristiano e concretamente solidali con gli immigrati. Non possiamo tacere che nella zona di Rosarno ci sono circa 1.500 di loro con regolare permesso di soggiorno e che sono parte attiva ormai della vita delle comunita' ove risiedono"."Vogliamo a loro chiedere scusa - si legge nel docuemnto - per quanto hanno subito a causa dello sfruttamento e della violenza, del modo troppo sbrigativo, forse, con il quale sono stati allontanati da Rosarno, lasciando tutte le loro piccole "sicurezze", anche il denaro da percepire e poi, dopo i debiti controlli, abbandonati a loro stessi. Vorremmo aggiungere pero' anche l'invito a non farsi giustizia da se', ma ad aver fiducia nello Stato e in quanti per venire loro incontro cercano di coniugare legalita' e solidarieta'". I vescovi rivolgono "un invito pressante a chi ci governa perche' prevenga i mali con una politica attenta e con interventi programmati di lungo respiro, piuttosto che intervenire poi per ripararli. L'accoglienza non puo' essere limitata alla semplice assistenza. Aggiungiamo ancora l'appello ad arrivare al cuore della delinquenza organizzata, quella palese, ma soprattutto quella occulta, per debellare la piaga dello sfruttamento del lavoro nero e di ogni altra forma di illegalita'. A tutti coloro che cercano i loro profitti al di fuori della legalita' calpestando i valori cristiani nei quali ostentano di credere praticando riti e tradizioni religiose, rivolgiamo l'invito pressante a ritornare sui loro passi e convertirsi al Signore: questa sarebbe vera fede. Esortiamo per ultimo i fedeli delle nostre Chiese - si legge infine - a continuare sulla strada della testimonianza della carita' cristiana"."Noi, vescovi delle Chiese di Dio che sono in Calabria, riuniti in assemblea a Reggio, abbiamo sentito - si legge nel documento dei vescovi - il dovere di riflettere congiuntamente sui fatti di Rosarno, per offrire ai fedeli delle nostre Chiese e a tutte le persone di buona volonta', capaci di senso critico, una lettura dei fatti. A sufficiente distanza di tempo da quanto e' accaduto, crediamo si possa avere maggiore capacita' per una lettura oggettiva degli avvenimenti. Ringraziamo innanzitutto il Santo Padre Benedetto XVI, che con una espressione semplice, ma profonda, ci ha illuminati sulla questione: "Occorre ripartire dal cuore del problema, dal significato della persona, per risolvere le questioni aperte e dare un futuro all'umanita'". Esprimiamo la nostra fraterna solidarieta' al confratello Sua Eccellenza Mons. Luciano Bux, Vescovo della Chiesa di Oppido-Palmi, e a tutta la comunita' cristiana per come hanno testimoniato il Vangelo dell'accoglienza nei confronti dei fratelli immigrati non solo durante i giorni drammatici della contestazione, ma sin da quando il fenomeno dell'immigrazione ha cominciato ad interessare la nostra regione. Non possiamo dimenticare i gesti di fraterna accoglienza,- si fa rilevare - di assistenza solidale, di amorevole soccorso che i fedeli tutti, in modo singolo o associato, hanno compiuto nei confronti di quanti entravano nella nostra regione alla ricerca di una condizione di vita migliore rispetto ai loro paesi di origine. Cosi' come dobbiamo richiamare alla memoria tutti gli interventi che il Vescovo Bux, direttamente o tramite gli organi diocesani preposti, ha fatto nei confronti delle autorita', richiamando ad una maggiore attenzione sulle condizioni di vita in cui vivevano gli immigrati a Rosarno e in altre zone della diocesi, e sullo sfruttamento della loro forza lavoro ad opera di quelle mediazioni mafiose, che si esprimono attraverso il cosiddetto "caporalato". Gli appelli del nostro confratello Vescovo aprono la strada alle nostre riflessioni attente e, siamo convinti, anche oggettive e inoppugnabili: a Rosarno non abbiamo assistito a fenomeni di razzismo da parte dei cittadini. Cio' va gridato contro tutte le strumentalizzazioni dei media, e di quanti stanno dietro di loro, sempre pronti a fare dei fatti che succedono in Calabria un'occasione per gettare fango su di noi Calabresi e sulla nostra Regione".