Blitz anti Camorra in Campania, 14 indagati: l’inchiesta si spinge fino in Calabria
Nella mattinata di oggi, nelle province di Benevento, Avellino, Caserta e Catanzaro, i Carabinieri del Comando Provinciale di Benevento hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip del Tribunale di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia locale, nei confronti di quattordici persone.
I destinatari sono accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa, estorsione, danneggiamento, detenzione di materiale esplodente, detenzione e porto illegale di armi e associazione finalizzata al traffico illecito di stupefacenti, con l’aggravante del metodo mafioso e del fine di agevolare la camorre, in particolare il Pagnozzi che opera nei comuni di Montesarchio, Moiano, Airola, Sant’Agata de Goti, San Martino Valle Caudina e San Felice a Cancello.
Il provvedimento scaturisce da un’articolata indagine avviata nel 2018, coordinata dalla Dda partenopea e condotta dalla Compagnia Carabinieri di Montesarchio, che ha portato ad accertare l’esistenza e operatività del clan egemone nella Valle Caudina, delineandone l’attuale articolazione e individuandone i presunti referenti preposti a ciascuna area territoriale di influenza.
Le indagini svolte avevano già consentito l’emissione, il 30 giugno del 2020 di una ordinanza a carico di Pietrantonio Morzillo, Biagio Massaro, Pasquale Massaro, Alessandro Massaro, Francesco Buono, Antonio Buonanno, Luca Truocchio, Umberto Zampella, per alcuni episodi estorsivi compiuti nell’ambito dell’operatività del clan.
In relazione a queste imputazioni gli otto imputati, il 10 maggio del 2021 erano stati condannati in abbreviato dal Gip del Tribunale di Napoli e la sentenza era stata poi modificata dalla Corte di Appello il 9 dicembre del 2022
Gli approfondimenti successivi fanno ritenere di aver acquisito altri elementi sulla esistenza dell’organizzazione camorristica di forte allarme sociale, attiva appunto nella Valle di Suessola e della Valle Caudina ed in particolare nei comuni di Moiano, Montesarchio, San Martino Valle Caudina, Sant’Agata de Goti, San Felice a Cancello che, nel tempo, avrebbe subito delle trasformazioni dovute soprattutto a defezioni e scissioni tra le varie anime del direttorio dello storico clan.
Dall’attività investigativa emergerebbero, infatti, rilevanti elementi sul controllo capillare del territorio realizzato dal clan Pagnozzi, di cui è stata accertata la disponibilità di armi utilizzate per compiere richieste estorsive ai danni di imprenditori edili operanti nella provincia di Benevento, alcune delle quali anche con incendi e danneggiamenti.
Contestualmente, è stata documentata la gestione di “piazze” di spaccio di stupefacenti come cocaina, hashish e marijuana (approvvigionate nell’hinterland napoletano) in vari comuni delle province di Benevento e Avellino, attraverso una precisa ripartizione di ruoli tra i sodali.
L’indagine ha portato poi a documentare un tentativo di condizionamento delle elezioni amministrative del Comune di Moiano svoltesi il 26 maggio 2019, con la presentazione di una lista elettorale e atti intimidatori nei confronti di soggetti riferibili allo schieramento politico contrapposto, risultato comunque vincente.