Rosarno, ritenuto vicino alla cosca Pesce: sequestrati beni per 7 milioni
Sarebbe estremamente vicino alla cosca di 'ndrangheta della famiglia Pesce l'imprenditore oggetto di una articolata indagine da parte della Guardia di Finanza e dei Carabinieri di Reggio Calabria. Proprio in questi giorni i militari hanno eseguito un sequestro dei beni riconducibili all'indagato, per un valore complessivo di ben 7 milioni di euro.
Secondo gli inquirenti, l'imprenditore sarebbe una figura di riferimento per la nota cosca rosarnese, avendovi "collaborato" sin dagli anni '80. Lo stesso infatti era già rimasto coinvolto in due distinte operazioni: Faust (QUI), nel 2021, volta al contrasto del narcotraffico e dei fenomeni usurai, ed Handover - Pecunia Olet (QUI), sempre nel 2021, con la quale sarebbe stato messo in luce il sistema di monopolio della cosca nel trasporto merci su gomma.
In entrambi i casi, è stato rinviato a giudizio per associazione di stampo mafioso e trasferimento fraudolento di valori aggravato dal metodo mafioso. Circostanza, quest'ultima, che ha fatto propendere la Direzione Distrettuale Antimafia a svolgere ulteriori accertamenti documentali sul patrimonio dell'imprenditore, svolti dal Gico dei baschi verdi.
Attività che ha permesso di ricostruire l'intero patrimonio riconducibile - direttamente ed indirettamente - all'imprenditore, risultato sin da subito decisamente sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati dallo stesso.
Nel dettaglio, si parla di: un'azienda agricola (intestata a prestanome) composta da due terreni ed un immobile; quattro fabbricati tra Rosarno e Tropea; una autovettura. A questi si aggiungono rapporti bancari e finanziari, per un totale stimato, appunto, in circa 7 milioni.