Stop a sfruttamento e caporalato in agricoltura, si conclude Progetto Piu Supreme
L’Evento conclusivo del progetto Piu Supreme, organizzato dalla Regione Calabria chiude il percorso di diciotto mesi di “Resto in Campo - Percorsi di diritti per migranti” che si inserisce nel Progetto interregionale realizzato con il cofinanziamento dell’Unione europea, col Pon Inclusione - Fondo Sociale Europeo 2014-2020, e inserito nell’ambito del Piano Triennale di contrasto allo sfruttamento lavorativo in agricoltura e al caporalato.
L’ente capofila del progetto è stata la Regione Puglia in partenariato con la Regione Calabria, che ha affidato il coordinamento del degli enti no-profit all’Associazione Comunità Progetto Sud Onlus.
Un progetto che si è esteso lungo tutto il territorio calabrese e che ha toccato le tre Piane della regione: Sibari, Lamezia Terme, Gioia Tauro e i territori interni tra Pollino, Sila e Valle del Crati, paesi della costa jonica da Crotone fino a Melito di Porto Salvo e il territorio della Locride.
Sono state coinvolte associazioni di categoria, cooperative sociali, imprese e reti di servizi professionali, con l’intento di promuovere condizioni di regolarità lavorativa e sistemi virtuosi di accompagnamento, formazione e riqualificazione professionale che hanno consentito ai beneficiari del percorso l’acquisizione di competenze spendibili nel mondo del lavoro, con particolare riferimento al settore dell’agro-alimentare.
Domani, lunedì 4 dicembre, nella sala verde della Cittadella di località Germaneto, in occasione dell’evento voluto dalla regione, ci sarà la stipula del protocollo d’intesa sullo standard etico per il lavoro in agricoltura, la presentazione della ricerca sullo sfruttamento delle donne in agricoltura (il cui report è diventato un libro che sarà distribuito gratuitamente) e la proiezione delle attività svolte dal progetto “Resto in campo-percorsi di diritti per migranti”.