“La Forza delle parole”, il progetto per le vittime di reato di Cam Gaia

Catanzaro Attualità

Offrire una immediata soluzione alla domanda di giustizia, dando un sostegno sia ai vissuti emozionali che ai bisogni materiali delle vittime di reato, supportandole a 360 gradi, attraverso l’attivazione gratuita di punti di ascolto e fornendo supporto legale e psicologico. È questo l’obiettivo che porta avanti quotidianamente l’associazione Cam Gaia, con sede legale operativa a Catanzaro e che con il suo progetto “La Forza delle parole” ha già aperto tre sportelli a Vibo Valentia, a Cosenza e a Crotone, lavorando in stretta sinergia con il Centro Servizi Volontariato e con la cooperativa Kroton Community.

Un progetto, realizzato con il contributo del Dipartimento per gli Affari di Giustizia del Ministero di Giustizia, affidato dalla Regione Calabria, che prevede la collaborazione con il Centro Giustizia minorile della Calabria, il Provveditorato regionale amministrazione penitenziaria della Calabria, l’Ufficio interdistrettuale di esecuzione penale esterna della Calabria, perché le vittime di reato non debbano sentirsi più sole, potendo contare su una equipe specializzata, che fornirà, alle stesse, informazioni e assistenza sui loro diritti, sui servizi specialistici di settore, consigli finanziari, un gruppo qualificato presente, prima, durante la denuncia-querela- e per un congruo periodo di tempo dopo il procedimento penale.

"Dare forza alle parole è una rivoluzione culturale, significa aprirsi all’altro, condividere le loro storie, che se anche molto dolorose acquisiscono una dimensione diversa se sai che puoi contare su qualcuno che può concretamente aiutarti" afferma Alessandra Mercantini, presidente dell’associazione. "Viviamo in un tempo di solitudini e quello che noi vogliamo è che le vittime di reato non si sentano più all’angolo e trovino uno spazio dove trovare rifugio, accoglienza, calore".

Un progetto senza limiti, che va oltre i confini, al di là degli sportelli aperti: "Penso ad una persona siciliana che mi ha contattata su Instagram, aveva bisogno di noi e pensava alla distanza, all’impossibilità di poter venire da noi, l’abbiamo messa in contatto con una realtà sicula simile alla nostra, penso alla straniera con tante problematiche accolta a Vibo. Una realtà la nostra che non ha limiti, perché le mani tese possano sempre trovare altrettante mani tese".

Un centro di ascolto e accoglienza, in cui convergono vittime di varie tipologie di reato, da chi ha subito furti, truffe, aggressioni, a chi ha subito casi di bullismo, danneggiamenti alle strutture scolastiche, fino alle vittime di reati intrafamiliari.

"Le nostre porte sono aperte a tutti, assistiamo le vittime di reato con tutto il loro bagaglio pesante di dolore e di paura che si portano dentro. Sono tanti i casi che seguiamo, avvalendoci di figure professionali che si prendono cura della persona che ha subito eventi traumatici e in questo periodo molti casi afferiscono alle ‘truffe del nipote’ ormai note alle cronache, in particolare una signora è stata accolta nel nostro centro, ci ha raccontato la sua vita, la sua esperienza di terrore nel vedersi truffata in casa sua e noi le garantiamo tutto il nostro supporto o un sacerdote che ha subito furti in chiesa da parte di un ragazzo, a cui lui e noi tentiamo, nonostante il reato commesso, di reintegrarlo con il sostegno della collettività" aggiunge il vice presidente dell’associazione Maria Assunta Bonanno.