Morano Calabro, presentato il libro “Campane a distera” di Pino Rimolo e Luigi Addino
Pubblico attento e numerosissimo venerdì 29 dicembre scorso a Morano, per la presentazione del libro Campane a distesa - controelogio dell'oblio. Storia e fede della comunità dei santissimi apostoli Pietro e Paolo di Morano Calabro. Tra chiese, santi patroni e secoli di conflitti primaziali, scritto a quattro mani da Pino Rimolo e Luigi Addino. Il volume, fresco di stampa, si presenta come un saggio storico a carattere divulgativo, che indaga le vicende della parrocchia Ss. Pietro e Paolo di Morano e, di riflesso, dell’intera comunità locale, come si evince dal titolo, i cui sintagmi offrono una prima immediata chiave di lettura.
L’esame delle fonti primarie, l’osservazione diretta dei luoghi e la ricostruzione degli episodi che hanno influenzato nel corso dei secoli il consorzio civile di questo importante centro della Calabria Settentrionale, conferiscono al libro una valenza cronachistica e spiccatamente sociologica, consentendo al lettore di immergersi nella narrazione, perfino di confondersi con essa, riscoprendo nella successione degli eventi le dinamiche di un mondo eclissato per sempre.
La ricerca riguarda in buona parte l’ingarbugliata diacronia - tutta umana, grazie a Dio! - tra i Patroni, la Madonna delle Grazie e san Bernardino da Siena, e si sofferma sulle cose nascoste della chiesa Arcipretale e Collegiata dei SS. Pietro e Paolo, spettatrice e protagonista di prolungate dicotomie primaziali sorte in epoca rinascimentale e proseguite per gran parte del Novecento. Di questi fatti, talvolta sorprendenti, gli autori propongono un racconto sereno e disincantato.
Esplorando la pietà popolare e gli intrecci tra sacro e profano, vagliando i ritmi di uomini e donne interpreti di faticose trame esistenziali, il lavoro del giornalista Pino Rimolo e del ricercatore Luigi Addino evidenzia le fragilità e i punti di forza di un sistema dalle mille sfaccettature "un sistema che nonostante le contraddizioni e gli eccessi ha prodotto e radicato valori".
L’ansia che tutto svanisca senza lasciare traccia, innerva ogni pagina del volume. E sotto questo aspetto è un "atto di amore verso la comunità" hanno affermato gli autori. "Ma è anche desiderio di sopravvivenza sociale e culturale. È voglia di opporsi ai fenomeni disgreganti della modernità. È lotta all’indifferenza. All’impoverimento delle idee. Alla rassegnazione. È l’umile sforzo di difendere la memoria, di spronare le nuove generazioni allo studio delle origini e alla consapevolezza dell’identità, personale e collettiva, mai cedendo a derive nostalgiche e illusorie".
Hanno partecipato all’iniziativa, oltre ai i due autori, l’arciprete don Yusti John Mkude parroco della comunità dei Ss. Pietro e Paolo, il vescovo della diocesi di Cassano e vicepresidente della CEI, mons. Francesco Savino, il sindaco di Morano, Nicolò De Bartolo, la prof.ssa Giuseppina Renda, il presidente della Pro Loco Rocco Ingianna. Ha moderato i lavori il dr. Pasquale Pandolfi.
I relatori si sono soffermati, ognuno in virtù del proprio ruolo, sugli argomenti trattati dai due ricercatori moranesi, accendendo i riflettori ora sugli aspetti sociologici, ora su quelli storici, ora su quelli religiosi, per concludere con l’invito a leggere il libro con attenzione, sì da essere più consapevoli delle radici popolari e declinare il presente alla luce di un rinnovato umanesimo.