Rifiuti a rischio infettivo smaltiti illecitamente, sequestrata casa di cura
Ancora guai per la per la Casa di cura Villa Aurora di Reggio Calabria: la Squadra mobile della polizia insieme ai Carabinieri del Noe, il Nucleo Operativo Ecologico, hanno infatti eseguito a carico della struttura un sequestro preventivo emesso dal Grip del tribunale locale.
La misura - che ha interessato le quote e l’intero patrimonio aziendale - arriva al termine delle investigazioni avviate dopo un altro sequestro subito dalla clinica lo scorso 30 novembre (QUI) quanto i sigilli scattarono per il solo ramo dell’azienda riconducibile alla struttura sanitaria.
Le indagini avrebbero fatto emergere l’inesistenza di modalità alternative di smaltimento di rifiuti speciali liquidi, anche a rischio infettivo.
Tra i reati contestati quello di inquinamento ambientale e la reiterazione dello scarico illecito delle acque reflue, senza un titolo autorizzativo e un adeguato sistema di trattamento, che sarebbe stato già accertato diversi anni fa, durante un controllo, e sempre dal Noe.
All’esecuzione del sequestro di oggi ha partecipato anche il personale dell’arpacal e della Idrorhegion Scarl, che hanno eseguito delle altre verifiche sulle attuali modalità di trattamento e smaltimento della acque reflue industriali prodotte dalla struttura.
Per i reati contestati risultano ora indagati l’amministratore delegato Giorgio Crispino (di 60 anni), la direttrice responsabile, Bruna Scornaienchi (60), la responsabile amministrativa, Maria Grazia Germanò (65), ed il direttore sanitario della casa di cura, Gaetano Topa.
La gestione dell’intero patrimonio aziendale della società è stata affidata a due amministratori giudiziari, nominati dall’Autorità Giudiziaria, così da garantire la continuità nell’erogazione dei servizi sanitari a favore dei pazienti in cura nella clinica.