Futuro infermieri, Simeone (Umg): ”Implementare i modelli territoriali assistenziali”
Anno nuovo, slanci nuovi per l’Opi Catanzaro. L’Ordine Provinciale delle Professioni Infermierisiche, presieduto da Giovanna Cavaliere, è già al lavoro con idee e programmi.
Uno l’obiettivo principale: la continua modernizzazione della professione e una migliore qualità dell’assistenza. In cima all’agenda di lavoro, tra le altre cose, quello che dovrà e potrà essere per gli infermieri.
"Il futuro della professione infermieristica a Catanzaro - evidenzia Silvio Simeone, professore associato in Scienze Infermieristiche Generali, Cliniche e Pediatriche, Dipartimento di Medicina Sperimentale e Clinica all’Università Magna Graecia di Catanzaro - riguarda il futuro della professione a livello nazionale. L’implementazione di modelli assistenziali territoriali, abbandonando una concezione ospedalocentrica è la strada da percorrere per garantire la sostenibilità dell’intero sistema sanitario nazionale".
Gli ospedali si configurano sempre più come luoghi di cura ultraspecialistica per eventi acuti, ma non va dimentica che la popolazione nazionale ha una aspettativa di vita che aumenta sempre e, di pari passo, si assiste ad una aumento delle patologie croniche, spesso plurime per singolo cittadino.
“Con questo scenario - aggiunge il docente - quanto detto appare inevitabile, così come inevitabile è il ruolo centrale del professionista infermiere. Ed ecco che il cambiamento richiesto a livello nazionale della formazione, con specializzazioni e percorsi universitari ad hoc in alcune aree, appare essenziale anche nella nostra realtà. Non dimentichiamo poi che la nostra regione è ricca di aree interne ed è compito nostro assicurare la salute a tutti i cittadini”.
Formazione e studi, dunque, un binomio inscindibile e decisivo. Come le ricerche, alcune sono in itinere sempre in Umg, di cui Simeone è protagonista (anche) in vista di uno slancio definitivo del mondo infermieristico
"Le mie principali linee di ricerca – spiega il ricercatore - riguardano le Cardiopatie Congenite e le patologie cardiovascolari, con lo sviluppo di specifici programmi educativi volti ad implementare il self care; l’attività di ricerca ha da sempre attenzionato la diade di cura, con progetti in atto volti ad indagare la “triade” di cura e l’intera rete sociale, includendo caregiver formali, informali e home care workers. Metodologicamente predilige, anche per studi longitudinali multicentrici internazionale avere una partenza qualitativa del fenomeno oggetto di studio. L’interesse rivolto all’umanizzazione delle cure ed il miglioramento degli outcomes assistenziali, anche mediante l’utilizzo dei diari all’interno delle aree critiche, è esteso anche al benessere personale ed organizzativo dei professionisti sanitari e degli studenti”.
E poi il Dottorato di Ricerca e il Med 45 come nuove prospettive per infermieri giovani e veterani. “Il dottorato di ricerca - spiega ancora Simeone - rappresenta il massimo titolo accademico, diciamo un formale riconoscimento all’intellettualità della professione.
La possibilità di poter concludere un intero percorso di studi ai propri studenti del Corso di Studi in Infermieristica rappresenta realemnte un’opportunità unica”.
“Tale percorso di formazione universitaria triennale successivo alla Laurea Magistrale - prosegue - mira a fornire ai professionisti competenze avanzate e strumenti metodologici necessari per esercitare attività di ricerca e di alta qualificazione presso Università, enti pubblici e soggetti privati. La sua istituzione ha rappresentato l’aggiunta di un tassello fondamentale nel mosaico dell’evoluzione professionale”.
Opi Catanzaro significa anche protocollo d’intesa con l’Università. “La sinergia tra Università e territorio – sottolinea Simeone - è da sempre il motore vitale della società tutta. Favorire l’incontro tra domanda ed offerta formativa, fornendo importanti informazioni nella valutazione ed un eventuale adeguamento dei curricula rispetto a specifiche esigenze culturali e territoriali permette di formare professionisti preparati alle esigenze del territorio”.
“L’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Catanzaro, come tutti gli ordini calabresi – continua - hanno da sempre mostrato vicinanza e attenzione alla formazione che avviene in ambito accademico; la convenzione ultima proprio tra l’Opi di Catanzaro e UMG rappresenta l’esempio ideale: la complementarietà delle istituzioni sinergicamente proiettate verso la formazione di professionisti di punta”.
Tanti ingredienti, insomma, in direzione di una dimensione nuova con l’Infermiere di comunità. “Rispetto a quanto detto prima - conclude Simeone - è doveroso aggiungere che la formazione dei professionisti IFfC deve essere di tipo specialistico e non può essere un riadattamento della formazione di base”.
Parole che precedono la chiosa della presidente Cavaliere: “L’Opi Catanzaro è pronta a insistere nella sfida che impone l’innovazione della professione infermieristica in ambito formativo, in ambito di esercizio professionale, in ambito di autonomia. Solo per questa via possiamo continuare a definirci professionisti moderni e preparati oltre che garantire la sostenibilità del sistema e l’universalità del Servizio sanitario nazionale”.