L’intervento allo stomaco e le dimissioni: rioperato muore sotto i ferri. Indagati sei medici

Reggio Calabria Cronaca
Antoine Michel Straputicari

Sei medici sono indagati dalla Procura di Palmi per la morte di Antoine Michel Straputicari, sessantunenne nativo di San Ferdinando ed operato per due volte allo stomaco a causa della diverticolite.

Sono stati i familiari della vittima a presentare denuncia a seguito del decesso del loro caro, avvenuto il 20 febbraio scorso presso l'ospedale Santa Maria degli Ungheresi di Polistena, dove era stato ricoverato d'urgenza dopo alcune complicazioni dovute ad un precedente intervento avvenuto qualche settimana prima.

Secondo quanto ricostruito, Straputicari avrebbe avvisato i primi forti dolori addominali il 30 gennaio scorso, recandosi così in pronto soccorso dove gli era stata diagnosticata la diverticolite acuta.

Ricoverato nel reparto di chirurgia era stato sottoposto ad intervento il 5 febbraio, subito dopo il quale avrebbe iniziato ad accusare delle complicazioni: un continuo respiro affannoso, difficoltà a respirare, continui singhiozzi. Dopo l'aggiunta di altri punti era stato stato comunque dimesso il 12 febbraio.

Pochi giorni dopo, il 18 febbraio, l'uomo si era ripresentato in ospedale accompagnato dalla moglie per dei continui dolori lancinanti, che sarebbero stati ritenuti come "aria di assestamento". L'uomo era stato così rimandato a casa.

Il giorno dopo, 19 febbraio, la situazione era però peggiorata: la vittima si sarebbe presentata con l'addome gonfio, la pressione estremamente bassa, algie addominali e continuo vomito. Da qui la diasgnosi di infarto addominale e l'immediato ricovero.

Dopo una tac sarebbe però emerso come la causa del calvario della vittima sarebbe stat dovuta ad una gravissima setticemia in corso: situazione che potrebbe esser stata causata da materiale organico presente nello stomaco, non ripulito nel corso della prima operazione. Nonostante il nuovo intervento chirurgico durato tutta la notte l'uomo è poi morto per disfunzione multiorganica.

Numerosi dunque i dubbi e le perplessità dei familiari, che si sono dunque attivati per cercare di capire cosa sia successo. Al momento risultano indagati sei medici: A.P., 51 anni, di Siderno, che ha operato il paziente la prima volta; R.N., 60 anni, di Taurianova, chirurgo che lo ha operato la seconda volta; C.P., 42 anni, di Melito Porto Salvo, e D.V., 72 anni, di Bovalino, per il primo intervento; R.L., 37 anni, di Ricadi, e G.M., 63 anni, di Cinquefrondi, per la seconda operazione.

L’accusa contestata dal Pubblico Ministero Daniele Scarpino è di omicidio colposo nell’esercizio della professione sanitaria in concorso. L’avviso di garanzia a loro carico è evidentemente anche un atto dovuto per consentire ai sanitari di nominare eventuali consulenti tecnici di parte per gli accertamenti non ripetibili.

Il magistrato inquirente, infatti, ha disposto l’esumazione della salma, la vittima era già stata sepolta nel cimitero di San Ferdinando, e il suo trasporto presso la camera mortuaria dell’ospedale di Germaneto per effettuare l’autopsia, così da accertare le esatte cause della morte e se vi siano o meno responsabilità penali causalmente collegabili al decesso da parte dei medici indagati.