Emarginati, malati e abbandonati: così Emergency aiuta gli sfruttati a curarsi. E a salvarsi
Dorsalgie, disturbi muscolari e articolari legati al duro lavoro nei campi, ma anche gastriti, duodeniti, problemi intestinali dovute alla cattiva alimentazione sono le patologie maggiori riscontrate nei pazienti che nel 2024 si sono rivolti ai presidi di Emergency nella Piana di Gioia Tauro, in Calabria. Durante quest’anno sono state più di 1.600 le prestazioni sociosanitarie erogate e più di 480 le persone supportate dalla Ong. La platea dei beneficiari è stata rappresentata per la maggior parte lavoratori braccianti, impiegati nella raccolta stagionale di arance e kiwi.
I determinanti sociali come le condizioni lavorative e abitative precarie incidono decisamente in modo significativo sull’andamento delle diagnosi.
Soprattutto i braccianti, specie se stranieri ed irregolari, infatti, vivono spesso in alloggi di fortuna, come insediamenti informali ed edifici abbandonati, senza avere accesso ai servizi igienici, venendo sottoposti a sforzi e orari di lavoro molto pesanti.
Emergency, presente in Calabria dal 2011 con un ambulatorio mobile a San Ferdinando e Rosarno e uno fisso a Polistena, ha potuto osservare da vicino gli effetti della condizione sociale su questa fascia della popolazione.
Nel solo anno scorso, ad esempio, sono state effettuate gratuitamente 1.618 prestazioni suddivise in 603 interventi di mediazione linguistico-culturale e orientamento sociosanitario; 161, invece, le prestazioni di medicina di base; 622 i servizi infermieristici; 153 i colloqui psicologici e 79 gli accompagnamenti di pazienti ai servizi del territorio.
Le persone supportate nell’ambulatorio mobile, come prevedibile, provengono per la maggior parte dall’Africa sub-sahariana e vengono impiegati, con contratti di lavoro a grigio o in nero, nei campi presenti nella Piana di Gioia Tauro.
Nel 2024 le persone che si sono rivolte ai presidi di Emergency in Calabria provenivano da 34 Paesi diversi, per la maggior parte da Italia (26%), e poi Mali (16%), Gambia (10%), Senegal (10%) e Marocco (8%) seguiti da Romania, Ghana, Burkina Faso e Bulgaria.
Quanto alla loro condizione amministrativa, la metà dell’utenza è formata da cittadini extra UE con permesso di soggiorno (50%), seguiti dagli extra UE senza permesso di soggiorno (12%), italiani (28%), cittadini europei irregolari (5%) e regolari (5%).
I BISOGNI MAGGIORI
“I bisogni maggiori – spiega Mauro Destefano, coordinatore del progetto in Calabria – si registrano per la fascia di popolazione straniera, soprattutto lavoratori braccianti che vengono impiegati nei campi e che, non solo hanno bisogno di supporto sanitario, ma anche amministrativo e sociale. Molti non conoscono i loro diritti e vivono in condizioni di forte disagio e marginalizzazione. L’insediamento informale di San Ferdinando, dove noi operiamo con la nostra clinica mobile, ne è un esempio”.
“In Tendopoli vivono più di cinquecento persone in uno stato di degrado e abbandono che incide sulla loro salute psicofisica. Gli italiani che si rivolgono ai nostri presidi fanno parte della fascia d’età che va dai sessant’anni in su. Arrivano da noi soprattutto per misurazione dei parametri vitali, supporto psicologico e aiuto nelle prenotazioni di visite ed esami”, conclude Destefano
L’IDENTIKIT DEGLI UTENTI
La fotografia scattata da Emergency dimostra che la maggior parte delle persone che hanno fatto accesso ai presidi dell’ONG sono uomini, un dato significativo date le condizioni di vita a cui è sottoposta questa fascia di popolazione.
Infatti, gli uomini hanno rappresentato l’85% dell’utenza, mentre le donne il 15%. Le persone che si sono rivolte all’ambulatorio di appartenevano principalmente alla fascia d’età 18-40 anni (52%). A seguire la fascia 41-60 (27%), persone con più di 60 anni (19%) e bambini tra i 0-5 anni (1%) e tra i 15-17 anni (1%).
Molte sono le persone che si rivolgono ad Emergency anche per un supporto infermieristico, ad esempio per curare ferite procuratesi durante il lavoro nei campi o dovute a incidenti che avvengono all’interno della Tendopoli di San Ferdinando.
LA FRAGILITÀ SOCIALE
“Sono nato in Sudan ma ho vissuto vent’anni in Libia. Sono arrivato in Italia nel 2011 e alla tendopoli di San Ferdinando nel 2018 – spiega J., lavoratore bracciante che vive nella tendopoli –. Qui la vita è molto dura. Ho provato più volte a uscire da questa situazione di disagio ma trovare una casa è impossibile, soprattutto perché lavorando nelle campagne non ho soldi sufficienti e non ho un contratto di lavoro. Ho avuto un incidente in tendopoli: mentre provavo a far funzionare il generatore di corrente elettrica, mi sono ustionato tutto il volto con un ritorno di fiamma. Da quel momento, vado sempre nell’ambulatorio di Emergency dove la medica e l’infermiere mi visitano e mi puliscono la ferita per evitare che le cicatrici possano infettarsi.”
La fragilità economica e sociale, la marginalizzazione e ghettizzazione a cui sono sottoposti, così come la poca conoscenza dei propri diritti, rende cruciale la figura del mediatore culturale.
Superare le barriere linguistiche, culturali e sociali, creando un ponte tra la vita precaria dei lavoratori braccianti e i diritti che gli spettano, per legge, è l’ambizione di questa figura, ormai necessaria.
UN PUNTO DI RIFERIMENTO
“Anche io sono stato un bracciante: so cosa significa lavorare molte ore al giorno, senza sosta e senza garanzie. Capisco cosa provano le persone che lavorano nei campi e si rivolgono ad Emergency. Hanno bisogno di essere ascoltati, guidati e aiutati per districarsi in un sistema burocratico difficile, ma anche per sentirsi finalmente accolti – dichiara Ousmane Thiam, mediatore culturale –. Emergency mi ha aiutato ad uscire da una situazione di disagio e sfruttamento. Da quando sono diventato mediatore culturale, non solo penso che questo ruolo sia fondamentale per l’integrazione delle persone migranti ma anche per abbattere tutte le barriere che ostacolano la costruzione di una società più giusta e solidale.”
“Il nostro auspicio più grande – conclude Mauro Destefano – è che la collaborazione che, ad oggi, abbiamo con gli enti del territorio possa proseguire in maniera continua e solida. Solo insieme alle istituzioni si potrà sopperire alle mancanze del territorio e aiutare realmente le persone braccianti della Piana di Gioia Tauro a uscire da una situazione di emarginazione”.
L’ambulatorio fisso di Polistena, aperto nello stabile confiscato alla ‘ndrangheta “Centro Polifunzionale Padre Pino Puglisi” e la clinica mobile di Rosarno e San Ferdinando, diventate punto di riferimento per la popolazione bracciante della zona, fanno parte di Programma Italia con cui Emergency rende concreto il diritto alla cura sancito dalla Costituzione.
Oltre a Rosarno, Polistena e San Ferdinando, con i suoi ambulatori mobili e fissi è presente in Sicilia nel ragusano, in Sardegna a Sassari, in Campania nel quartiere Ponticelli a Napoli e a Castel Volturno, in Veneto a Marghera e in Lombardia a Milano e Brescia.