Auto rubate, smontate e i pezzi rivenduti come ricambi. Al centro un’autofficina
Auto rubate, smontate ed i pezzi rivenduti dopo averne modificato i numeri e i codici per ostacolare l’identificazione. Al centro un’officina che avrebbe acquistato le vetture trafugate i cui componenti sarebbero stati poi immetterli sul mercato dei ricambi.
Questa la conclusione a cui sono arrivati Carabinieri di Taurianova che oggi hanno eseguito una misura cautelare - emessa dal Gip del Tribunale di Palmi - nei confronti tre persone con precedenti ed accusate a vario titolo di ricettazione, riciclaggio e furto aggravato.
Si tratta di un 31enne di Polistena, Michele Raso; e di un 28enne ed un 43enne di Rosarno, Ferdinando Ciricosta e Antonio Bevilacqua. Raso e Ciricosta sono finiti in arresto e posti ai domiciliari, mentre Bevilacqua è stato raggiunto da un obbligo di dimora.
Il provvedimento arriva al termine di una indagine svolta dai militari di Polistena e avviata dopo il ritrovamento all’interno di un’officina gestita da Raso e Ciricosta, di una Fiat Panda rubata poche ore prima a Pizzo Calabro, nel vibonese.
Al momento del controllo alcune parti dell’autovettura risultavano già manomesse, si presume con l’intento di impedirne la riconducibilità al furto.
Gli investigatori avevano poi perquisito due rimesse sempre nella disponibilità di Raso e Ciricosta, ritrovandovi numerose parti meccaniche e componenti di autovetture, in particolare motori e monoblocchi, di provenienza incerta e un altro veicolo, che i due avevano giustificato come dei precedenti acquisti ma non documentati.
Dopo questo primo intervento, a cui era seguita la restituzione dell’auto al proprietario, i militari di Taurianova hanno svolto una meticolosa attività investigativa che, attraverso analisi tecniche, accertamenti e riscontri investigativi, avrebbe consentito di dimostrare come parte del materiale ritrovato fosse provento di precedenti furti.
Secondo gli inquirenti, dunque, Raso e Ciricosta, approfittando della loro attività professionale, avrebbero “stabilmente” acquistato, o comunque ricevuto, delle auto rubate per poi asportarne i componenti di interesse e disporre così di materiale e componenti di auto da rimettere sul mercato delle vendite e delle riparazioni. L’officina, dopo il controllo è stata chiusa.
La tesi è che Bevilacqua, con numerosi precedenti anche specifici, sarebbe stato incaricato di commettere materialmente il furto della Panda poi ritrovata nell’officina e per questo è accusato del solo reato di furto aggravato. Raso e Ciricosta sono ritenuti invece gli organizzatori del “sistema” e risponderanno dei reati di ricettazione e riciclaggio.