Sparò e ammazzò il cugino della moglie, condannato a 16 anni di carcere

Reggio Calabria Cronaca

La Corte d’Assise di Reggio Calabria ha condannato a sedici anni di reclusione Pino Sicari, 62enne accusato dell’omicidio di Francesco Giuseppe Fiume (QUI).

I giudici hanno inferto un anno in più della pena richiesta dall’accusa, rappresentata dal pm Tommaso Pozzati: accusa che dopo aver contestato all’imputato l’aggravante della premeditazione, riconosciuta anche dal gip in fase cautelare, durante la sua requisitoria ha invece modificato il capo di imputazione escludendo proprio l’aggravante e chiedendo quindi una condanna a 15 anni.
Venendo meno la premeditazione, dunque, la Corte ha riconosciuto lo sconto di pena, avendo l’imputato scelto di essere giudicato http://www.consiglioregionale.calabria.it/portale/Home/ListaComunicaticol rito abbreviato.

Sempre a carico di Sicari è stata disposta anche l’interdizione perpetua dai pubblici uffici; allo stesso è stato poi ordinato il risarcimento dei danni, con una provvisionale di circa 300mila euro, ai familiari della vittima, costituitisi parte civile.

I giudici, infine, hanno disposto il trasferimento degli atti in Procura in relazione alle deposizioni rese in aula dai testimoni Gregorio Mangano e Giovanni Sicari.

La vittima, all’epoca 44enne, fu uccisa intorno alle due del pomeriggio del 23 novembre del 2022 a Catona, frazione alla periferia nord di Reggio Calabria (QUI).

Fiume, che risiedeva nello stesso quartiere fu attinto mortalmente da alcuni colpi di pistola, una calibro 9, mentre era a bordo della sua auto, una Fiat Stilo, in via Francia.

Il giorno successivo, poi, Sicari, cugino acquisito del 44enne (è cugino della moglie), si era costituito alla polizia, portando con sé l'arma usata e legalmente detenuta, e venendo arrestato in quasi flagranza dalla squadra mobile locale (QUI).

Secondo la ricostruzione degli inquirenti, la mattina del giorno dell’assassinio, Fiume avrebbe avuto una discussione col figlio dell’imputato, che subito dopo sarebbe andato dal papà di Sicari, raggiunto nel frattempo da Gregorio Mangano, amico di famiglia.

Tutti e tre sarebbero così rientrati a casa del presunto omicida dove quest’ultimo, mentre gli altri stavano mangiando, avrebbe preso la pistola e si sarebbe posizionato all’ingresso di casa attendendo l’arrivo di Fiume e poi sparandogli contro nove colpi. Il tutto fu ripreso dalle telecamere di sorveglianza della villetta.