A Reggio dolore per i due giovani uccisi in strage Brescia

Reggio Calabria Cronaca
Foto: Tmnews

C'é rabbia e dolore a Reggio Calabria per l'omicidio dei fidanzatini Chiara Matalone e Domenico Tortorici, due delle quattro vittime della strage di Brescia. Domenico per anni aveva giocato a calcio con la Polisportiva Salice. Durante la messa domenicale, tra i banchi della chiesa c'erano tante persone con i volti rigati dalle lacrime. Chiara – scrive l’Ansa - era anche lei originaria di Reggio Calabria, in particolare del quartiere Catona, si era trasferita a Brescia per stare con la madre.

I FATTI | Il bilancio della notte di follia avvenuta a Brescia, in via Raffaello è di quattro persone morte, tra cui i due giovanissimi. A sparare un camionista 34enne, Mario Albanese, che poi ha tentato di uccidersi ma è stato bloccato da un carabiniere. Intorno alle 3.30 di questa notte l'uomo, per strada, ha sparato all'ex moglie, Francesca Alleruzzo e ad un amico della donna, Vito Macadino, uccidendoli. Poi si è recato nell'abitazione dell'ex coniuge, una maestra elementare, dove ha trovato la figlia ventenne della donna, Chiara Matalone che la vittima aveva avuto da una precedente relazione, e un amico di lei, Domenico Tortorici, pure lui ventenne. L'uomo ha impugnato l'arma e non ha risparmiato neppure loro. I due ragazzi vivevano a Reggio ma da un paio di mesi si trovavano a Brescia in visita a Francesca. In casa c'erano anche tre bambini di 10, 7 e 5 anni, che Mario Albanese aveva avuto con la ex moglie. Secondo i primi accertamenti, il movente che ha fatto scattare la follia omicida è la gelosia. Alcuni testimoni hanno tra l'altro riferito che subito dopo la strage Mario Albanese si è puntato la pistola alla testa per togliersi la vita; l'arma si sarebbe inceppata ed è stato a quel punto che un carabiniere, che abita a poca distanza dalla strage, corso in strada dopo aver sentito gli spari, si è avventato contro l'uomo riuscendo a disarmarlo dopo una colluttazione. Il carabiniere ha riportato alcune contusioni ed è stato accompagnato in ospedale per essere medicato. A intervenire per competenza territoriale, insieme ai carabinieri, anche la Squadra mobile della questura di Brescia.