Il Diabete Mellito e le nuove frontiere tecnologiche e farmacologiche. Esperti a confronto
L’ospedale ed il territorio devono dialogare. Si deve pensare ad una sanità che esca dalle strutture, che si avvicini al domicilio del paziente e dei cittadini e che utilizzi tutte le nuove tecnologie messe a disposizione delle cure farmacologiche.
È questa la sintesi dell’importante incontro medico svoltosi a Corigliano-Rossano sabato scorso. Ancora una volta il provider Xenia ha pianificato un convegno medico di stringente attualità con altrettanti importanti relatori.
“Diabete Mellito, nuove frontiere tecnologiche e farmacologiche”, il titolo dell’evento svoltosi nella sala del Palazzo di vetro, a Corigliano-Rossano.
Piena soddisfazione espressa dalla dottoressa Pia Salerno che, insieme al dottor Luigi Muraca, ha gestito - in qualità di responsabile scientifico - l'intensa giornata di studio e approfondimenti. Insieme a loro ed ai colleghi, anche il direttore sanitario dell’Asp di Cosenza, Martino Maria Rizzo e la direttrice del Distretto sanitario Jonio nord Maria Beatrice Filici.
“Lo scenario offerto dalla Diabetologia negli ultimi anni è affascinante, con molteplici soluzioni ed opportunità terapeutiche, sia farmacologiche che tecnologiche”, ha avuto modo di dire Salerno.
“La next generation per la cura del diabete - ha aggiunto - si orienta allo sviluppo di terapie orali e iniettive in grado di modificare gli esiti cardio renali, nuove soluzioni mediche digitali, terapie rigenerative e, auspicabilmente, un trattamento curativo. In questo panorama, ricco di opzioni terapeutiche, le diverse figure professionali del "team" diabetologico si interfacciano sempre più assiduamente con gli altri specialisti e con i medici di Medicina Generale, per offrire una cura ottimale alla persona con diabete, nell'ottica di un approccio olistico e personalizzato”.
Fondamentale, dunque, l'aggiornamento su queste tematiche, rivolto non solo agli specialisti e al personale delle Diabetologie, ma anche ai medici di Medicina Generale, “per favorire la crescita professionale e continuare a garantire qualità nelle scelte strategiche della gestione clinica della patologia”.