Riti di Pasqua in Calabria. ‘A Piggiata, a Vena di Maida si rivive la cattura di Cristo
Sono trascorsi undici anni dall’ultimo allestimento de “’A Pigghiata” a Vena di Maida, tra i principali comuni calabresi a dedicare, sin dal lontano 1913, il Venerdì Santo alla cattura di Cristo nell’orto degli ulivi, episodio chiave delle Sacre Scritture che ha da sempre interessato il mondo dell’arte in tutte le sue declinazioni.
È il caso delle arti figurative, con i celebri dipinti di Giotto e Caravaggio, ma anche del teatro popolare, in particolare nel piccolo borgo arbëreshë tanto caro allo scrittore Alexandre Dumas, che ne immortalò usi e costumi in alcuni racconti di viaggio.
Costumi che, da oltre un secolo, includono anche quella preziosa tradizione, rimasta in stand-by per troppo tempo. Fortemente voluta dall’amministrazione comunale guidata dal sindaco Galdino Amantea e dalla Pro Loco del Presidente Francesco Panza, la nuova rappresentazione ha visto il ritorno in regia del professor Giuseppe Giordano, alla sua terza direzione consecutiva, vent’anni dopo l’esordio nel lontano 2004.
A coadiuvare il regista nell’organizzazione logistica e della messinscena, Martina Forte e Mariateresa Torchia, quest’ultima responsabile anche dei cori lasciati in eredità dal compianto avvocato Antonio Ugo Arcuri, accompagnati al pianoforte da Gina Peta.
Sette atti e un tour de force di circa sette ore per un evento particolarmente sentito, capace di radunare, al Teatro Tenda, l’intera comunità, affatto scoraggiata dalla durata monstre di un’opera sacra, di cui si conserva un manoscritto dei primi del Novecento ma dalle origini incerte.
Se infatti la tradizione popolare ne attribuisce la paternità a Metastasio, poeta e scrittore del Settecento, il linguaggio e la forma poetica, in realtà, confermano come si tratti di una composizione scritta sicuramente secoli prima.
Ad alzare il sipario sulla Passione di Cristo, la cacciata di Adamo ed Eva dal Paradiso terrestre e la caduta degli angeli ribelli condannati all’inferno, seguite dagli eventi che porteranno, in rapida successione, alla “pigghiata”: dalla riunione nel Sinedrio, in presenza degli alti Sacerdoti e degli scribi, alla cattura dopo l’ultima cena nel giardino di Getsemani, culminata nel processo e, dunque, nella condanna alla crocifissione decisa da Ponzio Pilato.
Un tradimento ordito da Giuda Iscariota, interpretato da una special guest d’eccezione, Renato Arcuri, direttore artistico della Ombelico Mask Ensemble Italia dagli importanti trascorsi tra cinema e teatro, che hanno permesso all’attore calabrese di confrontarsi con le opere di mostri sacri quali Roman Polanski (il film “The Palace”, nel 2023) e David Mamet (“The Penitent”, diretto da Luca Barbareschi).
Assolutamente degna di nota, però, la prova dell’intero cast, composto da circa quaranta cittadini venoti, soprattutto negli ultimi due atti dedicati alla crocifissione e alla resurrezione di Gesù, suddivisi in scene ricche di pathos capaci di suscitare profonda commozione.
Visibilmente soddisfatto, al termine della rappresentazione, il regista Giuseppe Giordano, chiamato, ancora una volta, a dirigere uno degli eventi più importanti della Pasqua targata Vena: “Sono molto soddisfatto dell’esito della rappresentazione di quest’anno, sia per la grande affluenza di pubblico sia per il grado di preparazione raggiunto da tutto il gruppo. E una piacevole conferma è arrivata anche dai tanti complimenti ricevuti, forse mai così numerosi. Il merito è però da condividere con l’intero cast, perché tutti gli attori sono stati davvero eccellenti, prestando il loro volto a ben quaranta personaggi differenti”.
“Alcuni, poi – ha aggiunto - si sono rivelati dei veri e propri collaboratori sotto diversi aspetti, dalla scelta degli interpreti alle questioni organizzative, offrendomi anche il loro supporto e i loro preziosi consigli. È il caso di Mariateresa Torchia e Martina Forte, che ringrazio in modo particolare, ma la mia gratitudine va indistintamente a tutti quanti”.
Sulla stessa lunghezza d’onda il Presidente della Pro Loco, Francesco Panza, tra i principali promotori dell’evento: “È stato un gran successo. Non ci aspettavamo un’affluenza simile ed è stato molto gratificante vedere tanta partecipazione. A tal proposito, sento di dover ringraziare, a nome della Pro Loco di Vena, tutte le persone che hanno reso possibile questo straordinario spettacolo, a partire dal cast e dall’intera troupe per il loro impegno. In brevissimo tempo, sono riusciti a organizzare una manifestazione eccellente, portando in scena, con talento e dedizione, una storia così potente e significativa. Un sentito ringraziamento va poi all’amministrazione comunale, che ha subito sostenuto lo sviluppo di questo progetto, a tutti i volontari che si sono prodigati nel lavoro di allestimento, ma soprattutto al numeroso pubblico che ha voluto condividere con noi quest’esperienza. Grazie di vero cuore a tutti”.