Gestione recapito in Calabria. Uilposte: ennesime false partenze nella riorganizzazione

Calabria Infrastrutture

Il Segretario Regionale della Uilposte Calabria, Emanuel Azzarà, è intervenuto sulla questione della gestione del recapito in regione, puntando il dito su chi è deputato a sovrintendere alle attività e denunciando il ripetersi, ancora una volta, delle “ennesime false partenze nella riorganizzazione” del settore.

“Un fallimento - sottolinea Azzarà - al quale stiamo assistendo da diversi mesi e che la Uilposte aveva più volte evidenziato ai tavoli relazionali, non sottoscrivendo molti dei verbali relativi ai progetti di accentramento delle lavorazioni interne sui centri logistici calabresi”.

Per il sindacalista i vertici aziendali calabresi e campani, delle strutture di Recapito, Risorse Umane e Immobiliari, avrebbero continuato “ad essere sordi” a tutte le segnalazioni che la Sigla ha più volte espresso, “confezionando, solo sulla carta, una ottima “esca” che ha visto incredibilmente “abboccare”, non si sa come e perché, diversi rappresentanti dei lavoratori di “altre” sigle sindacali, che hanno sottoscritto i verbali ai tavoli relazionali e che hanno acconsentito che il progetto fosse realizzato, nonostante la decennale inaffidabilità delle promesse del Management della Calabria”.

Azzarà sottolinea come, pertanto, si sia costretti ad assistere così “ad un disastro più volte annunciato”, citando ad esempio le ultime riorganizzazioni lavorative sui centri di Cosenza, Reggio Calabria Sud, Reggio Calabria Nord, Roges, Melito Porto Salvo, Acri e San Marco Argentano che definisce “completamente abbandonati ed in balia di se stessi”.

Causa di tutto ciò, sempre secondo la Uilposte, i cantieri aperti durante le ore di servizio nel centro di Reggio Calabria Sud; una logistica definita inaffidabile, “con ritardi inimmaginabili” nell’alimentazione dei centri di Reggio Nord, Roges, Melito, San Marco e Acri.

Tra le altre motivazione Azzarà segnala ancora le uscite degli addetti al recapito in orari completamente diversi da quelli previsti nei progetti con carichi di lavoro non commisurati alle prestazioni da rendere; la carenza di formazione e personale negli addetti di produzione, linee mercato e linee business; e che in alcuni centri vi siano mezzi fatiscenti e palmari ancora da sostituire.

La Sigla ribadisce che in presenza di queste situazioni, non sussistono le condizioni, utili e necessarie, per l’attivazione del progetto, in termini di sia di risorse, sia di sicurezza che di attrezzature.

Il Segretario afferma ancora che sia apparso inutile lo sforzo del personale amministrativo “per limitare i danni e salvare il salvabile, mentre i vertici aziendali, completamente assenti e lontani dalle problematiche, continuavano ad emanare cervellotiche disposizioni”.

La Uilposte ritiene quindi che la spinta propulsiva di questo management, “se mai ci sia stata, sia giunta al capolinea e che sia giunto il momento che le loro negatività non gravino più sui lavoratori, restituendo al Recapito Calabrese la dignità dell’organizzazione e del buon lavoro prevista in Poste Italiane”.

Da qui la rassicurazione che la Sigla continuerà a vigilare in difesa dei lavoratori denunciando ogni sopruso e malcostume eventualmente presente in questa parte di azienda.