Memorie di ‘ndrangheta. 49anni fa la barbara strage dei bambini a Cittanova
Una drammatica storia quella della strage dei bambini avvenuta il lontano 13 aprile del 1975, a Cittanova, in provincia di Reggio Calabria, in cui la ‘ndrangheta si macchiò di un grave crimine.
Nonostante sia stato un episodio gravissimo oggi pochi ricordano quanto accadde all’epoca; una memoria che non deve essere perduta e per questo il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani ha voluto riproporre la vicenda attraverso l’elaborato di una studentessa, della classe III sez. C del Liceo Scientifico Filolao di Crotone, Carla Le Rose.
Quella domenica di 49 anni fa, alle 9:15, si consumò quell’atroce strage “la più crudele e sanguinosa faida scoppiata fra le famiglie ‘ndrangtiste Facchineri e Raso-Albanese. In Via Palermo - rammenta Carla - colpi di fucile escono dal mirino di quattro uomini da volto coperto in direzione della casa di Giuseppe Facchineri”.
La vittima morirà poi durante il trasporto all'ospedale di Taurianova. Insieme a lui la moglie e Michele Facchineri con il figlio di appena 6 anni.
Compiuto l’omicidio il killer si era poi allontanato verso contrada Salvo, qui l’incontro con i due bambini, Domenico e Michele Facchineri, rispettivamente di 9 e 12 anni.
“Vennero trucidati, mentre portano una mandria di maiali, - prosegue ancora il racconto della studentessa - perché figli di Vincenzo ‘u zoppu’. Un contadino Pasquale De Marzo assiste alla terribile scena. Domenico alza le mani in cielo in segno di resa, ma i killer non hanno pietà. Michele verrà ritrovato morto da un colpo di lupara alla nuca dietro ad un cumulo di sabbia. Conclusa la strage i killer nascondono le tracce bruciando tutto”.
“Vittime dell'ndrangheta, anche se appartengono alla famiglia - scrive ancora Carla - vivono nel terrore perché la malavita non guarda in faccia nessuno, neanche i bambini innocenti che restano estranei ai loschi affari. Di questi bambini innocenti, Domenico e Michele, restano solo le foto. Di una simile inutile faida durata quarant’anni resta solo la crudeltà e la cattiveria umana che non hanno avuto rispetto neppure dell’innocenza dei bambini.”
Fra tutti gli omicidi insensati, come lo sono quelli che riguardano degli innocenti, quelli che colpiscono i bambini dovrebbero indignare la società civile maggiormente, spingendo tutti i cittadini a rifiutare la cultura della violenza e a preservare quanto più possibile il valore della vita. Dopo molti anni ci si continua a chiedere il perché di tanta malvagità.