Paola: “trasferimenti reparti, ospedale rischia lo svuotamento”, sit-in a difesa del presidio
Domenica in piazza quella di ieri, 14 aprile, per il Comitato Popolare per la difesa del diritto alla salute, che ha organizzato a Paola un sit-in per a difesa dell’ospedale cittadino e contro lo spostamento dei reparti dal nosocomio locale ad un’altra struttura, in particolare la chirurgia che andrà a Cetraro.
La Regione Calabria, con a capo il Commissario alla sanità Roberto Occhiuto, ha deciso infatti da tempo il riordino della rete ospedaliera, sollevando non poche polemiche sui territori coinvolti.
Decisioni che fanno temere dunque uno svuotamento della struttura che insiste su un territorio come quello dell’Alto tirreno Cosentino, che ha bisogno di maggiore attenzione e che soprattutto rischia, almeno secondo i sindacati di categoria, una deriva privatistica.
Con queste premesse, ieri, in piazza IV Novembre, si sono così ritrovati i rappresentanti dello stesso Comitato, quelli della Uil Sanità, della Cgil e dell’Associazione Sulla Strada di Melissa di Parenti.
Per gli organizzatori è stata “una bellissima giornata di democrazia dove si è posto l’accento sul piano di riordino della rete ospedaliera e sulle ricadute negative nel territorio”.
La scelta di chiudere il reparto di chirurgia a Paola, è stato ribadito, “comporta un effetto a cascata sull’intera struttura ospedaliera che rischia di perdere i servizi più importanti come l’emergenza urgenza”.
Al Sit-in sono intervenuti Francesca Branchicella, Barbara Sciammarella, Fabio Locane, Robertino Serpa, Roberto Perrotta, Stefania Abbate e Graziano Di Natale. Presente anche don Sergio Locane.
Gli organizzatori hanno spiegato che questo appuntamento serviva per iniziare il cammino verso l’organizzazione della manifestazione popolare regionale alla quale saranno invitate tutte le associazioni del territorio, le sigle sindacali e le istituzioni.
“Siamo molto soddisfatti perché finalmente i cittadini liberi scendono in piazza a reclamare il diritto alla salute.
Difenderemo quindi la sanità pubblica e la storia della nostra struttura ospedaliera”, concludono dal Comitato Popolare per la difesa del diritto alla salute.