“Sfruttate sul posto di lavoro”, denunciano i titolari: sequestrati beni per 230 mila euro
I beni di una società cooperativa impegnata nell'assistenza domiciliare sono stati sequestrati preventivamente dai Carabinieri di Reggio Calabria, su richiesta del gip del Tribunale, a seguito di una articolata indagine sui titolari della società, indagati per le ipotesi di reato di sfruttamento, estorsione e minacce nei confronti delle stesse dipendenti.
Una vicenda, surreale per come riferita dagli inquirenti, è emersa da un'indagine del nucleo dell'ispettorato del lavoro del capoluogo dello Stretto con il coordinamento della Procura locale.
Tutto è nato proprio dalla denuncia di alcune lavoratrici della cooperativa, che si erano rivolte ai militari raccontando di condizioni di lavoro insostenibili a cui sarebbero state sottoposte, sopratutto per il loro stato di bisogno. ù
Circostanza che secondo gli inquirenti avebbe portato i titolari ad approfittarsi della situazione, fino ad arrivare ad un vero e proprio sfruttamento lavorativo, avvenuto tra l'altro in una società accreditata presso il Comune di Reggio Calabria.
In particolare, i militari hanno accertato che le donne - tutte addette all'assistenza di anziani ospitati all'interno di una struttura - sarebbero state pagate in modo difforme rispetto al contratto nazionale di riferimento, percependo poco più di 3,5 euro all'ora.
Ma non solo: sarebbero state sistemativamente private dei riposi settimanali, delle ferie, della retribuzione nei giorni di riposo, e costrette ad operare in violazione delle norme di sicurezza ed igiene.
Sarebbe inoltre emerso come le lavoratrici avrebbero ottenuto delle certificazioni in materia di salute e sicurezza senza però aver mai frequentato alcun corso, motivo per cui è stato anche denunciato a piede libero il legale rappresentante di un ente di formazione accreditato presso la Regione Calabria, che avrebbe attestato falsamente la presenza delle lavoratrici ai corsi.
Per i titolari della cooperativa invece è stato disposto l'obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria, mentre su richiesta del gip è stato sequestrato preventivamente un patrimonio - tra liquidità e beni immobili - dal valore di circa 230 mila euro.