Ama Calabria, gran finale con Rubini e Russo a Catanzaro e Lamezia Terme
Una stagione teatrale che ha confermato il profondo impegno culturale profuso da Ama Calabria. L’ultimo atto sarà all’insegna della spettacolarità e della qualità che ha sempre contraddistinto il cartellone della rassegna diretta da Francescantonio Pollice.
Mercoledì 8 maggio, al Teatro Comunale di Catanzaro, e giovedì 9 maggio, al Teatro Grandinetti Comunale di Lamezia Terme, sarà in scena “Il caso Jekyll”, spettacolo che vede protagonisti due attori eccellenti come Sergio Rubini e Daniele Russo.
"Per noi è un orgoglio poter proporre al nostro pubblico un finale che vede protagonisti due importanti attori del panorama italiano come Sergio Rubini e Daniele Russo – ha dichiarato il direttore artistico -, considerati come l’emblema del teatro di qualità, in grado di coinvolgere gli spettatori con una storia che, da sempre, emana un fascino incredibile".
“Il caso Jekyll, tratto dalla celebre opera di Robert Louis Stevenson, è una storia profonda e magnetica, in grado di far riflettere sul doppio essere che risiede in ognuno di noi. Un’altra proposta di grande teatro che pone sempre molta attenzione alle opere più celebri, per portarle nella nostra regione attraverso i volti di artisti conosciuti e apprezzati per il loro rinomato talento", continia.
"Il sapore del mistero in una Londra nebbiosa ed ottocentesca, sarà tutto da gustare grazie all’attenta e sagace regia di Sergio Rubini che, con l’attore Daniele Russo, arricchiranno la scena grazie alla compagnia composta da Geno Diana, Roberto Salemi, Angelo Zampieri e Alessia Santalucia", sottolinea.
"L'opera racchiude in sé un attento lavoro di adattamento teatrale che ha come scopo quello di aprire gli occhi sulla grande attualità della storia. Da ciò si evince chiaramente come il racconto da cui siamo partiti – spiega Sergio Rubini nelle sue note di regia -, sia in effetti solo d’ispirazione a una storia più vicina ai temi della nostra contemporaneità che offra allo spettatore la possibilità non solo di rispecchiarsi in quelli che sono i pericoli ma anche i piaceri che scaturiscono dalla propria ombra, ma anche di essere uno spunto di riflessione sulla necessità di dialogare col proprio inconscio, portarlo fuori e condividerlo con la collettività nonostante la tendenza della società di reprimere tutto”.