Balneari in rivolta: sentenza Consiglio di Stato distrugge il futuro di 30 mila famiglie
Gli imprenditori balneare calabresi in rivolta contro la sentenza del Consiglio di Stato: una decisione ritenuta controversa, e che obbliga le amministrazioni a disapplicare eventuali deroghe al 31 dicembre prossimo, che ha suscitato una forte reazione tra gli operatori del settore.
La sentenza, decisa dalla VII sezione il 12 marzo scorso e basata sui principi della Corte di Giustizia dell'Unione Europea del 20 aprile del 2023, impone infatti la necessità di una procedura di gara concorrenziale per l'assegnazione delle concessioni degli stabilimenti balneari.
Per comprendere meglio e nel dettaglio la discriminazione a cui ritengono di essere sottoposti gli operatori del settore, basta leggere le considerazioni espresse qualche giorno fa dall’economista Stefano Fassina sull'articolo 12 della ormai nota Direttiva Bolkestein e le sue implicazioni.
Fassina critica la Direttiva in particolare per il suo meccanismo di bando che reputa radicalmente discriminatorio nei confronti delle piccole imprese.
Sostiene che il processo non si svolge su un terreno equo, ma su un piano inclinato che favorisce le grandi aziende, a danno dei piccoli gestori di stabilimenti balneari, operatori dei mercati rionali e tassisti.
Fassina evidenzia come esempio la concessione di tratti di spiaggia a Jesolo a Geox, mostrando una dimostrazione empirica di questo squilibrio.
Secondo l’economista la direttiva non terrebbe conto delle differenze tra le aziende, trattando ugualmente le piccole imprese familiari e le multinazionali, il che creerebbe una competizione ingiusta.
Le aziende più grandi beneficiano di risorse interne che permettono loro di accedere e valutare meglio le opportunità, mentre le piccole imprese affrontano costi proibitivi e mancanza di accesso a tali informazioni.
Giuseppe Nucera, presidente di Assobalneari Calabria e imprenditore nel settore turistico, esprime anch’egli la frustrazione e la determinazione di un intero settore che non accetta passivamente la decisione: “La sentenza del Consiglio di Stato - sbotta - distrugge il lavoro e il futuro di 30 mila famiglie che operano con passione nel settore balneare. Reagiremo con forza contro questa sentenza illogica e ci troveremo a Lamezia in una manifestazione di protesta, chiedendo al Governo una risposta forte e chiara".
Per questo Assobalneari nazionale e Calabria, con il sostegno di FederTurismo Confindustria, hanno indetto una importante assemblea in risposta alla recente sentenza e che si terrà domani, 9 maggio, al Grand Hotel Lamezia Terme, alle 16.
Hanno comunicato la loro partecipazione all’evento, coordinato da Giuseppe Nucera, Fabrizio Licordari, Presidente di Assobalneari Italia, il senatore Maurizio Gasparri, l’onorevole Gian Marco Centinaio e il senatore Fausto Orsomarso.
Prevista la presenza di membri del governo e del settore turistico, tra cui il governatore Roberto Occhiuto, invitati a discutere e a trovare soluzioni a questa crisi che minaccia uno dei settori trainanti dell'economia regionale.
L'assemblea sarà un'occasione per gli operatori del settore di confrontarsi direttamente con i rappresentanti istituzionali e di elaborare proposte concrete per il futuro del turismo balneare in Calabria.