A Scalea un’estate da Oscar: al Mediterraneo Festival Corto le statuette del papà di ET e Alien

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Continua il lavoro del Cinecircolo Maurizio Grande impegnato nella realizzazione della 14esima edizione del Mediterraneo Festival Corto che si terrà dal 3 al 7 Luglio prossimi a Scalea, nel cosentino.

Dopo aver svelato la madrina di quest’anno, l’attrice Cristina Donadio, il Cinecircolo ha rivelato di aver dedicato l’edizione 2024 alle “donne” in ogni tematica a loro legata e di aver coinvolto due scuole di cinema, la Scuola di Cinema di Napoli e la Scirocco Film Academy di Belvedere Marittimo per lavorare insieme ad uno spot per la città di Scalea.

Novità e sorprese non finiscono qui. La kermesse ha da sempre proposto, insieme alle serate festivaliere, incontri, esposizioni e momenti dedicati alla diffusione della cultura cinematografica attraverso presentazioni di libri, convegni, mostre. Così sarà anche quest’anno grazie alla profonda amicizia che lega il Maurizio Grande alla Fondazione Carlo Rambaldi.

Rambaldi è stato precursore e principale attuatore della meccatronica, quella branca dell’ingegneria che combina parti meccaniche, elettroniche e informatiche, mettendola a disposizione del cinema.

Dal suo ingegno sono nate creature robotiche che hanno segnato la storia della cinematografia mondiale: da “E.T.” a “King Kong”, da “Alien” a “La Mano” lavorando agli effetti speciali di numerosi film: “Dune”, “Incontri ravvicinati del terzo tipo”, “Le Avventure di Pinocchio”.

Laureatosi presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna, entra nel mondo cinematografico già nel 1956 accanto a registi del calibro di Giacomo Gentilomo, Mario Monicelli, Pier Paolo Pasolini, Dario Argento, Luigi Comencini.

Nel 1976 il suo lavoro per il film “King Kong” di John Guillermin gli vale lo Special Achievement Award, antesignano dell’Oscar per i miglior effetti speciali che vinse ancora nel 1980 per “Alien” di Ridley Scott e nel 1983 per “E.T. L’Extraterrestre” di Steven Spielberg.

Deciso a vivere in Calabria, a Lamezia Terme, lavora per la fondazione di studi cinematografici, un impegno portato avanti ancora oggi dalla Fondazione a lui dedicata, la “Fondazione Carlo Rambaldi” che è attiva nel sostegno alle giovani generazioni e si propone di realizzare progetti multimediali, exhibit itineranti ed iniziative didattiche e formative.

Quest’ultima in particolare avviene attraverso la figura di E.T. il dolcissimo extraterrestre protagonista del film di Spielberg, utilizzato come veicolo di inclusione, superamento delle diversità e apertura verso il prossimo.