Coca e banane, maxi sequestro a Livorno: dietro il traffico l’ombra della ‘ndrangheta
Ben 52 panetti di cocaina, un totale di circa 60 chili di polvere bianca, nascosti, come di consueto, tra un carico proveniente dal Sud America.
L’hanno scoperti e sequestrati i finanzieri e i funzionari doganali nel porto di Livorno, in Toscana, nel corso di un’attività svolta in collaborazione con i colleghi del Comando Provinciale di Reggio Calabria.
Dopo un meticoloso lavoro all’interno di uno dei terminal dello scalo mercantile labronico, è stato individuato un container all’interno del quale la droga aveva viaggiato grazie ad un sistema ingegnoso.
Per cercare di ingannare le attività ispettive, difatti, i panetti erano stati ben nascosti nella struttura di climatizzazione di uno dei tanti contenitori che trasportano carichi alimentari, in questo caso delle banane, destinati alla grande distribuzione, ma le unità cinofile delle fiamme gialle e gli scanner dell’Agenzia delle Dogane e Monopoli hanno stroncato l’ennesimo tentativo di introdurre in Italia un altro imponente carico di coca purissima.
L’importante risultato conferma la sinergia operativa tra la la Guardia di Finanza e l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, maggiormente rafforzata dall’esecuzione del Protocollo d’intesa, stipulato lo scorso anno, relativo ai loro rapporti di collaborazione.
Lo stupefacente, dopo essere stato campionato ed analizzato dal laboratorio dell’Adm di Livorno, su disposizione della Procura della Repubblica, è stato distrutto in un inceneritore e così strappato alle piazze di spaccio dove avrebbe fruttato oltre 20 milioni di euro alla criminalità organizzata, quasi certamente alla ‘ndrangheta che gestisce e controlla questo fruttuoso business.
Il sequestro segna infatti un ulteriore tassello a favore della lotta al narcotraffico sul territorio nazionale ed è il risultato di una quotidiana e metodica attività di controllo ad ampio raggio, svolta di giorno e di notte sul traffico passeggeri, veicoli e merci che transitano in porto.
Le attività investigative sono state coordinate dalla Procura di Livorno che ha convalidato il sequestro e disposto gli approfondimenti del caso.