Bankitalia: famiglie più povere e accesso al credito rigido, l’economia calabrese rallenta

Calabria Attualità

Nel 2023 l'economia calabrese ha rallentato dopo due anni di recupero sostenuto che aveva fatto seguito alla crisi pandemica. Sulla base dell'indicatore Iter della Banca d'Italia, l'attività economica nella nostra regione sarebbe cresciuta degli scorsi dodici mesi dello 0,6 per cento (nel 2022 era stato il 3,2), un dato simile al Mezzogiorno e inferiore alla media italiana.

Lo evidenzia il rapporto dal titolo L’economia della Calabria(QUI), realizzato da Bankitalia e presentato proprio oggi nella sede catanzarese dell’istituto.

Tornando alle valutazioni, il quadro macroeconomico, viene evidenziato nel report, ha risentito in particolare della perdita di potere di acquisto delle famiglie e dell'irrigidimento delle condizioni di accesso al credito. Nel complesso, l'andamento dei consumi è risultato meno favorevole di quello degli investimenti.

In prospettiva, però - rassicurano da Banca d’Italia - la situazione economica potrebbe beneficiare della forte frenata dell'inflazione registrata alla fine del 2023 in regione, così come nel resto del Paese, in relazione soprattutto al calo dei prezzi dei beni energetici.

Possibili rischi al ribasso per la crescita potrebbero invece derivare dall'ulteriore acuirsi delle tensioni geopolitiche, che pesano sull'incertezza e sul clima di fiducia degli operatori economici.

LE IMPRESE COL FRENO TIRATO

Nell’anno scorso, poi, la crescita del fatturato a prezzi costanti delle imprese ha rallentato. Vi ha contribuito soprattutto la modesta dinamica del terziario, che rappresenta il settore prevalente dell'economia regionale.

L’andamento è rimasto migliore nelle costruzioni, dove l'aumento dell'attività nel comparto delle opere pubbliche ha in parte compensato il rallentamento dell'edilizia residenziale privata.

La produzione è invece scesa nell'industria in senso stretto, essenzialmente per le imprese di minori dimensioni, e nel settore agricolo, scontando gli effetti dei fenomeni climatici avversi registrati nell'anno.

Nonostante il peggioramento delle condizioni di finanziamento gli investimenti sono aumentati, beneficiando anche di diverse misure di sostegno pubblico; in particolare, hanno continuato a crescere sensibilmente quelli destinati a migliorare l'efficienza energetica o incrementare l'utilizzo e la produzione di energia fotovoltaica, che hanno favorito la nuova accelerazione della capacità produttiva da fonti rinnovabili avvenuta in regione nell'ultimo biennio.

Malgrado l'aumento degli oneri finanziari, la redditività delle imprese resta elevata nel confronto storico, riflettendo ancora l'aumento dei prezzi di vendita e la modesta dinamica del costo del lavoro.

La liquidità aziendale rimane sui livelli consistenti raggiunti durante il biennio 2020-21. Questo ha contribuito al mantenimento di tassi contenuti di mortalità aziendale, a cui ha concorso anche il rafforzamento complessivo della situazione economica e finanziaria delle imprese calabresi, in atto da circa un decennio.

La performance dell'economia regionale rimane tuttavia condizionata dalla quota contenuta di nuove imprese ad alta crescita, soprattutto di quelle operanti nei settori a maggiore intensità di tecnologia e conoscenza.

Inoltre, la Calabria si caratterizza per una bassa presenza di imprese multinazionali, che operando su scala globale potrebbero contribuire in maniera rilevante alla crescita economica, alla creazione di occupazione e al trasferimento di competenze tecnologiche.

L’OCCUPAZIONE IN CRESCITA

Sul fronte dell’occupazione in regione si è registrati un aumento anche nel 2023, sia nella componente autonoma sia per quella alle dipendenze, alimentata ancora da un ampio ricorso ai contratti a tempo indeterminato.

Il tasso di partecipazione al mercato del lavoro è risalito sui livelli del 2019, contrastando parzialmente l'effetto negativo legato al calo demografico, ampliatosi nel corso dell'ultimo decennio.

In particolare, la dinamica della popolazione in età da lavoro risente sia del peggioramento dei saldi naturali e dell'invecchiamento della popolazione, sia soprattutto delle emigrazioni.

Nonostante l'aumento delle persone in cerca di impiego, la difficoltà di reperimento della manodopera segnalata dalle imprese è però ancora cresciuta, riguardando principalmente figure tecniche o a elevata specializzazione.

L’INFLAZIONE “FRENA” LE FAMIGLIE

Il reddito nominale delle famiglie calabresi ha tratto vantaggio dai miglioramenti nei livelli occupazionali, ma l'incremento registrato nel 2023 è stato più che compensato dall'inflazione, che ha frenato la ripresa dei consumi in atto dopo la pandemia.

Le famiglie hanno continuato diffusamente a fare ricorso al credito bancario per sostenere la spesa per consumi; hanno invece ridotto la propria domanda di mutui legati all'acquisto delle abitazioni, che rispetto al passato è stato finanziato in misura maggiore con risorse proprie, potendo beneficiare anche dell'accumulo di risparmio realizzato nel corso della pandemia.

IL MERCATO DEL CREDITO

Nel 2023 l'espansione del credito bancario si è arrestata, rispecchiando soprattutto la riduzione della domanda di prestiti connessa al peggioramento delle condizioni di finanziamento.

Questa dinamica secondo Bankitalia deriva sia dal rallentamento dei prestiti alle famiglie sia dal calo osservato per il settore produttivo, che ha interessato le imprese di minori dimensioni, riflettendo anche l'accelerazione dei rimborsi dei prestiti garantiti concessi durante la pandemia.

Il tasso di deterioramento del credito è lievemente risalito, rimanendo comunque ancora su livelli contenuti. I depositi bancari di famiglie e imprese sono rimasti nel complesso pressoché invariati; il valore di mercato dei titoli detenuti presso il sistema bancario è sensibilmente cresciuto, soprattutto per effetto dell'afflusso di risorse verso nuove emissioni di strumenti di debito, specialmente titoli di Stato, legato alla ricerca di maggiori rendimenti in un contesto di elevata inflazione.

AUMENTA LA SPESA PUBBLICA

Sempre nel 2023, poi, la spesa degli enti territoriali è significativamente aumentata. Nell'ambito della parte corrente, vi hanno continuato a incidere soprattutto l'adeguamento di utenze e canoni e i trasferimenti a famiglie e imprese per fronteggiare l'aumento dei costi energetici, a cui si è sommato il maggiore ricorso a personale a tempo determinato e a incarichi esterni legati al potenziamento della capacità amministrativa per l'attuazione dei progetti del PNRR.

Nel comparto sanitario, la situazione del personale rimane più fragile, a seguito del modesto turnover registrato negli ultimi anni, su cui in prospettiva peserà ancora l'uscita per pensionamento di un numero consistente di figure professionali.

La spesa in conto capitale ha ulteriormente accelerato, riflettendo la chiusura dei programmi comunitari 2014‑20 e l'intensificarsi degli interventi di attuazione del PNRR, riguardanti sia l'acquisizione di beni immateriali da destinare al processo di digitalizzazione della pubblica amministrazione sia soprattutto la realizzazione di infrastrutture.

Tra gli ambiti di intervento pubblico in maggior ritardo figura tuttavia il contrasto al dissesto idrogeologico, che potrebbe in prospettiva trovare sostegno dal suo inserimento tra gli obiettivi dei programmi comunitari 2021‑27, che si stanno lentamente avviando.

Gli incassi degli enti territoriali hanno continuato a crescere sensibilmente, trainati dai trasferimenti statali; le entrate tributarie rimangono invece condizionate sia dalla ridotta capacità fiscale dei contribuenti calabresi sia dalla bassa velocità di riscossione da parte degli enti.

La situazione di bilancio è migliorata ma è ancora peggiore rispetto al resto del Paese, soprattutto per le Province e per i Comuni di maggiore dimensione.