Relitto dei veleni. La nave non è la 'Cunsky' ma il piroscafo 'Catania'
Gianni Lannes il giornalista che vive sotto scorta dopo aver subito tre attentati a causa delle sue inchieste, è in Calabria per presentare il suo ultimo libro "Nato colpito e affondato". In conferenza stampa a Cosenza ha dichiarato: "Il piroscafo Catania è affondato nel 1943 e quindi il caso della nave dei veleni al largo delle coste tirreniche calabresi è tutt'altro che chiuso". A riprova di quanto sostenuto mostra una copia del certificato di morte del Catania, che egli stesso ha rintracciato negli archivi storici nella banca dati Lloyd's di Londra e del Ministero della Difesa e della Marina Militare, dal quale si evince che il Catania é stato affondato il 4 agosto del 1943 nel porto di Napoli. Sulla vicenda del relitto in base alle dichiarazioni di Francesco Fonti che faceva riferimento ad una nave la "Cunsky" era stata avviata un'inchiesta dalla Procura della Repubblica di Paola che poi, per competenza, era passata alla Dda di Catanzaro. Dalle indagini svolte con l'ausilio di una nave inviata dal Ministero dell'Ambiente era emerso che l'imbarcazione era il piroscafo Catania affondato nel 1917. Ma non si ferma qui e continua le dichiarazioni sparando a zero sul Governo affermando: "lo Stato italiano, il governo Berlusconi, ha affidato lo smantellamento delle centrali nucleari alla 'ndrangheta, ad una delle più potenti e pericolose 'ndrine, tramite una società che si chiama Ecoge e ha sede a Genova". E come sua consuetudine, prove alla mano, esibisce una serie di documenti e foto che saggiano le affermazioni fatte. Lannes racconta di aver scoperto tutto questo quasi per caso, entrando, senza autorizzazioni, con tre macchine fotografiche nella centrale nucleare più grande d'Italia, quella di Caorso."Sono stato li dentro due ore a fotografare il reattore nucleare e questo smantellamento. Ho fotografato dei camion della 'ndrangheta della società Ecoge che caricavano i rifiuti nucleari all'interno dei container. Container trasportati a Genova e poi a La Spezia in attesa di navi da affondare". Ad aprile, dopo le elezioni regionali onde evitare strumentalizzazioni Lannes presenterà a Roma prima e poi a Strasburgo, al Parlamento Europeo, un dossier sulle navi dei veleni. Ultima "chicca", prima di congedarsi dai giornalisti, Lannes fa sapere che i porti calabresi sono interdetti ai giornalisti e alle televisioni, palesemente in barba all'articolo 21 della Costituzione Italiana. Le rivelazioni del giornalista insinuano il dubbio nelle menti assopite e risvegliano la curiosità perché è evidente che la realtà è diversa da quella che fin ora, il Governo, ci ha raccontato.