Gestione del territorio e affiliazioni nelle carceri: così si controllavano le preserre vibonesi
Sono accusati a vario titolo di associazione di stampo mafioso armata, omicidio plurimo, concorso esterno in associazione mafiosa, estorsione, coltivazione di sostanze stupefacenti, concorrenza illecita, turbata libertà degli incanti, rapina e reati in materia di armi, il tutto aggravato dalle modalità mafiose.
Un carnèt criminale degno di nota quello dei 14 soggetti arrestati questa mattina (QUI I NOMI) nel corso di un blitz svolto in Italia (tra Calabria, Abruzzo e Piemonte), in Svizzera ed in Germania, con l'importante aiuto di Eurojust ed Europol.
Tutto è partito da un’indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, condotta dai Carabinieri del Ros di Vibo Valentia tramite operazioni sul campo, precisamente nelle Preserre vibonesi dove la locale dell’Ariola avrebbe le radici pur con proiezioni economico-criminali anche negli altri territori citati.
Un’organizzazione criminale spietata, secondo i militari, in grado di tener testa agli altri gruppi attraverso la violenza.
Proprio questa cosca sarebbe infatti responsabile del triplice omicidio avvenuto a Gerocarne il 25 ottobre del 2003, noto proprio come strage dell’Ariola: fatto di sangue da collocare proprio in una lunga faida tra famiglie criminali contrapposte, che si contendevano il controllo totale del territorio.
Al contempo, il gruppo sarebbe riuscito ad infiltrarsi anche all’interno degli istituti carcerari, riuscendo a compiere dei riti di affiliazione anche durante le detenzioni.
Questa mattina dunque il blitz, che ha portato a numerose perquisizioni tra Calabria, Abruzzo, Piemonte e Svizzera, dove risiedono diversi componenti del presunto sodalizio. Complessivamente, tredici dei fermati sono stati trasferiti in carcere ed uno è stato posto agli arresti domiciliari.