Depuratori senza manutenzione e fanghi e liquami a mare, in 27 a processo
Andranno a processo 27 delle 29 persone e tutte e cinque le società coinvolte nell’inchiesta Scirocco (QUI), operazione che nel marzo scorso mise in luce dei presunti illeciti sulla gestione dei depuratori del gruppo Minieri (QUI) a cui fanno capo oltre mezzo migliaio di impianti tra Calabria, Basilicata, Sicilia ed Emilia Romagna.
Il rinvio a giudizio è stato deciso oggi, a conclusione dell’udienza preliminare, dal gup di Catanzaro Arianna Roccia. Andranno alla sbarra, dunque, e tra gli altri, Giuseppe, Mario e Saverio Minieri, amministratori dell’omonimo gruppo e rispettivamente di 35, 62 e 33 anni. A processo, inoltre, Paola Di Stio, Pasqualino Calabrese e Raffaele Rosignuolo e Rosario Sessa, i primi responsabili degli uffici tecnici del Comune di Belvedere Marittimo, e l’ultimo di Falconara Albanese.
I reati di cui sono accusati dai sostituti procuratori Paolo Sirleo, Domenico Guarascio e Domenico Assumma della Dda di Catanzaro sono a vario titolo di associazione per delinquere al fine di commettere reati contro l’ambiente e la pubblica amministrazione, frode nelle pubbliche forniture, inquinamento ambientale, traffico illecito di rifiuti, tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso.
Al centro dell’inchiesta, appunto, le società dei Minieri che avevano in appalto la gestione dei depuratori e che per gli inquirenti avrebbero vinto le gare d’appalto grazie a ribassi consistenti per poi non adempiere agli obblighi contrattuali.
Il risultato - sempre secondo la tesi dell’accusa - è che sarebbero quindi mancate le manutenzioni agli impianti e che ci sarebbe stata una gestione illecita nello smaltimento dei fanghi, liquami che confluivano nei corsi d'acqua e nel mare.
Quanto al coinvolgimento dei quattro dipendenti pubblici, si ritiene abbiano liquidato somme per prestazioni che, in realtà, e per contratto, sarebbero state a carico delle società del gruppo che gestiva i depuratori.