Bimbo ucciso su campo calcetto Crotone, “pentito” in silenzio
È andata a vuoto a causa di un aspirante collaboratore di giustizia che ha cambiato idea e che, di conseguenza, ha scelto il silenzio oggi, davanti alla Corte d'assise di Catanzaro, la nuova udienza del processo a carico dei presunti responsabili della strage avvenuta il 25 giugno dello scorso anno in un campo di calcetto a "Margherita", a Crotone, che costò la vita a Domenico Gabriele, il bambino di appena 11 anni ferito alla testa e spirato in ospedale dopo tre mesi di agonia. Il piccolo stava giocando a pallone con gli amici quando un gruppo di sicari entrò in azione per assassinare Gabriele Marrazzo, un uomo di 35 anni. Quest'ultimo fu ucciso, mentre altre nove persone rimasero ferite tra cui il bambino conosciuto da tutti come Dodo', poi morto tragicamente. I giudici avrebbero dovuto sentire in aula uno degli imputati, Francesco Tornicchio, di 31 anni, ritenuto il boss dell'omonima cosca di 'ndrangheta, che però si e' avvalso della facoltà di non rispondere.
L'uomo il primo dicembre del 2010 scrisse alla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro spiegando di voler avviare un percorso di collaborazione e rivelare informazioni su ben 243 omicidi, tra cui la strage del campetto di calcio, ed il 16 dicembre fu sentito dal pubblico ministero Salvatore Curcio cui dichiarò una serie di informazioni sul drammatico fatto di sangue, ed in particolare sui dissidi che ci sarebbero stati tra Marrazzo e la malavita locale. La successiva decisione di interrompere quella collaborazione, però, ha portato Tornicchio a non ripetere in aula quelle dichiarazioni. Il pm ed i legali di parte civile Verri, Barbuto, Napoli, Iannice - sono costituiti anche Comune e Provincia di Crotone oltre ai familiari delle vittime - hanno insistito perché fosse data almeno lettura del verbale dell'interrogatorio del 16 dicembre, ma i difensori di Tornicchio si sono fermamente opposti. Sulla questione la Corte si e' riservata di prendere una decisione che sarà resa nota alla prossima udienza del 7 giugno. Sul banco degli imputati oltre a Francesco Tornicchio, siedono il fratello di quest'ultimo, Andrea Tornicchio, di 20 anni, e Vincenzo Dattolo, di 26. Sul gravissimo fatto di sangue gli investigatori hanno fatto luce con un'inchiesta battezzata "Apocalypse now", condotta contro presunti affiliati alla cosca Tornicchio, operante a Strongoli, nel Crotonese - ritenuta satellite del clan Giglio. Associazione a delinquere di stampo mafioso, nonché i più tipici reati fine come rapine, danneggiamenti, estorsioni, reati in tema di armi e traffico di sostanza stupefacente, e favoreggiamento sono i reati contestati a vario titolo nell'inchiesta, condotta dai carabinieri del comando provinciale di Crotone con la direzione dell'allora sostituto procuratore Sandro Dolce. Un primo filone dell'indagine - in cui e' stato contestato anche un altro omicidio, dal quale l'inchiesta ha preso le mosse, quello di Michele Masucci, commesso a Strongoli il 27 novembre 2007 all'interno della "Centrale Biomasse" dove la vittima lavorava, e di cui e' chiamato a rispondere un quarto imputato, Donatello Le Rose - e' sfociata nel blitz scattato all'alba del 25 settembre 2009 per l'esecuzione di quattordici misure cautelari. Un secondo filone dell'operazione "Apocalypse now", poi, lo scorso 23 aprile ha consentito di notificare otto provvedimenti di custodia cautelare ad altrettanti indagati già raggiunti dall'ordinanza precedente. Fra le accuse di quest'ultima tranche dell'indagine anche la strage avvenuta nel campo di calcetto, dove un commando portò a termine un agguato il cui obiettivo era Marrazzo, ma che costò la vita anche al bimbo di 11 anni.