“Cavallo di ritorno” sulla moto rubata diventa un calvario: arrestato per estorsione
È finito ai domiciliari col braccialetto elettronico un 40enne di Mandatoriccio, nel cosentino, a cui la Procura di Castrovillari contesta le ipotesi di reato di furto aggravato, estorsione e tentata estorsione continuata.
I fatti risalgono ad una notte di fine giugno scorso quando ad un ragazzo, anch’egli di Mandatoriccio, viene rubata la moto di grossa cilindrata.
Dal qual momento per lui e per il padre inizia un vero e proprio calvario, fatto di richieste estorsive e gravi minacce alla loro incolumità.
Dopo il furto, infatti, le due vittime sono state indotte a pagare del denaro per poter recuperare il mezzo, che comunque aveva un valore ben più consistente di quanto preteso.
In pratica quello che viene chiamato in gergo un “cavallo di ritorno” e che ha consentito a padre e figlio, dopo aver sborsato il denaro, di riottenere la moto, sebbene restituita con degli evidenti danni, sia alla carrozzeria che alle parti meccaniche.
Sembrava finita lì, ma così non è stato: secondo gli investigatori, difatti, il 40enne avrebbe continuato a chiedere soldi arrivando a pretendere somme sempre più esose e non sostenibili. Continue richieste che, oltre a lievitare con il passare dei giorni, sono state rappresentate in un crescendo di minacce e altre intimidazioni.
Le indagini svolte dai Carabinieri della Stazione di Mandatoriccio, nel volgere di alcune settimane, hanno portato a raccogliere degli elementi che la Procura ha presentato al Gip del Tribunale locale chiedendo una misura cautelare che fosse in grado di reprimere le attività e di tutelare le vittime. Richiesta, come dicevamo all’inizio, che ha portato il giudice a decidere per l’arresto dell’uomo.